Fecondazione eterologa, prima gravidanza al Sud (Campania) in una struttura pubblica dopo 35 anni (11/04/2020) 
L’Associazione Luca Coscioni, che aveva diffidato il precedente governatore Caldoro e ha poi partecipato all’iter normativo insieme alla giunta De Luca: “Bellissima notizia che riempie di speranza. Ora continueremo a batterci affinchè le altre Regioni seguano questo esempio virtuoso”
Filomena Gallo, avvocato, Segretario Nazionale Associazione Luca Coscioni: “Accogliamo con estrema felicità la notizia della prima gravidanza in Campania dal 1985, in una struttura pubblica, l’ospedale Moscati di Avellino, con l'aiuto della fecondazione medicalmente assistita in vitro con donazione di gameti. La prima al Sud Italia dopo 35 anni.
Il giorno in cui, lo scorso 2 febbraio 2019, insieme al Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, è stata resa nota la modifica della normativa regionale in materia di Fecondazione Medicalmente Assistita, con la possibilità di accedere a carico del Servizio Sanitario Regionale a tutte le tecniche di PMA consentite nel nostro Paese, moltissime coppie hanno riavuto la speranza di poter provare a cercare una gravidanza tramite queste tecniche a carico del SSR. Allora è stato ripristinato un principio di uguaglianza nell'accesso alle cure e le notizie come quelle di oggi sono la dimostrazione del valore e della portata di quelle norme. Notizie che alimentano il nostro operato, a tutela dei diritti e del loro esercizio.
Questa gravidanza ci proietta direttamente nel domani, rafforzando le nostre azioni affinché in tutte le regioni siano erogate tutte le tecniche di PMA, anche nelle strutture pubbliche. Il limite economico non deve più costituire un limite per la volontà di mettere al mondo un figlio, così come i problemi di salute che spesso impediscono la gravidanza.
Da dicembre 2019 l'Associazione Luca Coscioni chiede a tutte le regioni ancora inadempienti di riformare le norme interne in materia di PMA: il modello virtuoso della Campania ora potrebbe essere seguito da Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.
In assenza di risposte operative dalle altre Regioni saremo costretti a ritornare nei tribunali con le coppie per garantire la corretta applicazione della legge 40 così come modificata dalle sentenze della Corte Costituzionale. Nel contempo continueremo ad agire per rimuovere gli ultimi divieti della legge ancora in vigore”
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