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Boom di adesioni alla giornata di ambulatori aperti al “Moscati”: più di 300 le donne sottoposte a visite gratuite(23/03/2018)
«L’evento “Donne…in visita” – spiega il Direttore Sanitario, Maria Concetta Conte – è stato un’occasione per sperimentare sul campo il progetto di tutela della salute della popolazione femminile al quale si sta lavorando. Si tratta della definizione di un completo iter declinato al femminile, organizzato in Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta). Attuando un’integrazione delle diverse prestazioni già erogate dall’Azienda e un inserimento di altre ex novo, come, per esempio, un ambulatorio per la menopausa, la donna di qualsiasi età sarà accompagnata in un percorso dedicato, ricevendo una risposta che andrà oltre il bisogno manifestato. In pratica – continua il Direttore Sanitario -, qualora un medico, trovandosi di fronte a una paziente che ha richiesto un determinato tipo di prestazione, dovesse ravvedere la necessità di sottoporre la donna a una valutazione anche da parte di specialisti in altre discipline, la inserirà nel percorso “Igea”, attraverso il quale sarà presa in carico, guidata e, quindi, si sentirà accudita». A spingere l’Azienda “Moscati” verso la definizione del Percorso “Igea”, oltre alle linee di indirizzo dettate a livello nazionale e regionale in tema di diffusione della medicina di genere, è stata anche la consapevolezza di dover fare uno sforzo per fare in modo che la salute vada incontro alle donne, le quali, oltre a presentare nella malattia, rispetto agli uomini, differenze nella prevalenza, nella sintomatologia, nella prognosi e nella risposta terapeutica, sono statisticamente meno attente a prendersi cura di se stesse. Un elemento, quest’ultimo, chiaramente emerso anche dai dati restituiti dal questionario predisposto dall’Ufficio Relazioni Esterne dell’Azienda “Moscati” e somministrato alle donne che hanno partecipato alla giornata di visite gratuite. Il 30% delle intervistate in forma anonima ha infatti dichiarato di non sottoporsi periodicamente a visite specialistiche perché presta poca attenzione alla propria salute, mentre un altro 30% ne ha attribuito la causa alla mancanza di disponibilità economica. La fascia di età prevalente delle donne che hanno aderito all’iniziativa è risultata essere quella compresa tra i 40 ai 60 anni; mediamente alto il grado di istruzione, a conferma che le donne più colte recepiscono meglio le informazioni e sono anche esigenti nel richiederle: l’80% delle intervistate ha infatti attribuito alla scarsa diffusione di notizie la mancata adesione ai programmi di screening territoriali. Tra i dati elaborati spicca, infine, che il 94% delle donne ha dichiarato che sarebbe più motivato ai controlli se ci fosse un percorso sanitario mirato e il 64% che sarebbe interessato ad approfondire le conoscenze sulla medicina di genere. |
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