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Operazione Olimpo: quale strategia dei big della politica stabiese?A cura di Ernesto Manfredonia La targa che introduce il cittadino all'aula consiliare comincia ad arruginirsi. La fitta nebbia di disagio che sta avvolgendo la città sta gradualmente erodendo il bordo di quei nomi che hanno dato la loro vita per la giustizia. Ma noi vogliamo credere al caso. Solo in questo modo sarà possibile preparare una mente lucida per cogliere le sfumature di ciò che sta accadendo a Castellammare di Stabia, una straordinaria città sfigurata da lucenti armi bianche che riflettono sul piano nazionale il volto della vergogna, quello sdegno che imbratta il nome di chi con immani sforzi stringe le redini dell'onestà.. Dobbiamo credere al caso, tutti noi, nessuno escluso. Il caso che vede rinsavire in saggi silenzi quei facinorosi politici che hanno a squarciagola urlato il nome camorra in campagna elettorale. Usare la parola criminalità organizzata sempre come qualcosa di astratto, come qualcosa di intangibile, finché il mancato grazie alla magistratura e alle forze dell'ordine li ha avvicinati a un passo dal dato concreto. Il caso che vede alla vigilia dell'Operazione Olimpo qualche assessore scambiare due semplici chiacchiere con alcune persone direttamente coinvolte. Il caso, perché mai dobbiamo sgominare l'ipotesi del caso? Così come è un caso che le Terme di Stabia erano ora una vetrina ghiotta per investimenti sdoganati dall'amministrazione comunale in cerca di privati per rilanciare un'altra meraviglia donataci della natura. Il furioso ossequio del silenzio. Il silenzio di quell'imbarazzo che scalfisce il perbenismo di chi ora non sa niente, in attesa che tutto passi. Ma niente, anche qui il caso svolge il suo compito. Un silenzio che stava finalmente trionfando ma che è stato soffocato, involontariamente, dalle fiamme di un cartellone che accompagna un fantoccio arso in occasione della festa dell'Immacolata su uno dei falò. Un fuoco che ha riscaldato le reti nazionali e che non poteva passare inosservato tra le dichiarazioni di un politico che ora propone strategie per il territorio, come se avesse contezza delle spigolosità di una città che sembrava non conoscere abbastanza. Non è una coincidenza che la parola caso sia l'anagramma di caos, ciò che proprio in cui sta cadendo la vituperata perla stabiese.
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