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Area stabiese/torrese. Appello di sindacati e società civile per la legalità

Per sconfiggere la camorra si riparta dal lavoro

(19/05/2022)

"APPELLO ALLE ISTITUZIONI LOCALI, METROPOLITANE, REGIONALI E NAZIONALI CASTELLAMMARE DI STABIA e TORRE ANNUNZIATA: per sconfiggere la camorra si parta dal lavoro.

Torre Annunziata e Castellammare di Stabia: due comuni che insieme contano oltre 100mila abitanti. Il cuore di un territorio di straordinarie tradizioni operaie e democratiche, intrecciate lungo una storia che dura da oltre un secolo e passa per la fondazione di due tra le prime Camere del lavoro, per la strage di piazza Spartaco, per la storia gloriosa dei cantieri navali, eroicamente difesi durante la ritirata dei nazisti, episodio da cui scaturì il conferimento della Medaglia d’Oro alla Resistenza. E poi ancora i pastifici, i grandi insediamenti industriali che per decenni hanno rappresentato il cuore di questa terra, facendo delle fabbriche uno straordinario luogo di partecipazione democratica e crescita civile. Due comuni che si trovano alla destra e alla sinistra della foce del Fiume Sarno, simbolo, anch’esso di uno sviluppo che da un certo punto in poi ha smesso di generare benessere ed è diventato invece accaparramento, sfruttamento del territorio e, poi, de-industrializzazione e miseria. Due comuni che adesso a distanza di poche settimane sono stati sciolti per le infiltrazioni della camorra. In questi decenni la pervasività della camorra è cresciuta man mano che aumentava la disoccupazione; al tempo stesso, la presenza della criminalità ha inquinato il tessuto produttivo, portando alla chiusura di tante attività sane, scoraggiando l’attività di impresa. La de-industrializzazione ha così ridimensionato il ruolo della classe operaia come elemento di tenuta democratica e di presidio sociale: si è innescata una spirale viziosa in cui la camorra ha generato il sottosviluppo e il depauperamento del tessuto produttivo, aggravando la miseria e la disoccupazione da cui essa stessa si alimentava. In quel contesto, le denunce che spesso arrivavano dai sindacati e dalle associazioni sono cadute nel vuoto, e le classi politiche spesso sono state incapaci di dare risposte ai bisogni dei cittadini e alle istanze del mondo del lavoro, al dramma della disoccupazione, al ritardo nello sviluppo. Così arriviamo all’oggi: decine di vertenze aperte, Meridbulloni, lo Spolettificio, Fincantieri, il Maximall, gli exMetalfer e i tanti lavoratori espulsi dal ciclo produttivo, le Terme, la sanità, il ciclo dei rifiuti, alcune aperte da decenni, altre più recenti ma altrettanto drammatiche; la mancata bonifica del Fiume Sarno; centinaia di giovani che ogni anno continuano ad emigrare; un quadro desolante su cui lo scioglimento dei Comuni si abbatte a sancire ciò che, purtroppo, già da tempo era noto ed era stato più volte denunciato da associazioni, società civile e organizzazioni sindacali. La constatazione della gravità complessiva della situazione in cui ci troviamo non deve però farci cedere alla rassegnazione, all’idea che sia tutto marcio, che nulla si possa fare: bisogna far ripartire lo sviluppo, bisogna voltare pagina e scacciare la camorra dalle istituzioni e dal tessuto sociale ed economico, e per fare questo si deve partire dalla scuola e dal lavoro. Non bisogna perdere l’opportunità di voltare pagina, di ridare centralità agli interessi dei cittadini, rimettere al centro il lavoro, la scuola, lo sviluppo sostenibile del territorio. Sono in arrivo milioni di euro, risorse del PNRR e del CIS Vesuvio, che devono servire a questo: dare risposta alle vertenze, diremmo “alla” Vertenza del territorio, quella più generale e complessiva che riguarda il suo futuro e la sua prospettiva di sviluppo. È necessario che la spesa di queste risorse avvenga alla luce del sole: massima trasparenza nell’esecuzione dei progetti, nell’affidamento delle gare, nelle scelte che verranno operate. Oggi è necessario ricostruire la fiducia delle cittadine e dei cittadini onesti verso le istituzioni. Dobbiamo dimostrare che non sono le istituzioni, a essere complici della camorra: troppe volte abbiamo sentito dire che lo Stato è complice della criminalità; dobbiamo invece affermare, con determinazione, che non è così, ma per affermare questo dobbiamo essere credibili, convincenti, per restituire forza e credibilità alla cosa pubblica. Se la camorra si è infiltrata nelle istituzioni non è perché le istituzioni sono complici, ma perché alcune persone lo erano: persone che hanno piegato la politica agli interessi privati, spogliandola del suo ruolo di promotrice degli interessi collettivi e subordinandola agli affari di pochi. È questo percorso che bisogna invertire: la politica deve tornare a servire la collettività, a farsi garante e promotrice degli interessi dei più deboli anziché dei più forti, a saper dire di no alla prepotenza per far prevalere la giustizia. Questo chiediamo, questa è la strada che insieme vogliamo costruire e pensiamo che per farlo si debbano dare risposte chiare, concrete, efficaci. Ci sono alcune questioni su cui ci sentiamo di prendere posizione in maniera netta, perché pensiamo che il riscatto, la rinascita, il futuro di questa terra partano da qui. - La bonifica del Fiume Sarno: troppi rinvii, troppe attese, troppe timidezze. Adesso è il momento di accelerare per restituire, dopo oltre cinquant’anni di inquinamento, un Sarno pulito. È una questione di credibilità delle istituzioni, di vivibilità del territorio, di salute e di tutela dell’ambiente, ma anche di rilancio turistico e di competitività del nostro tessuto industriale: tra qualche anno, solo le aziende che non inquinano saranno competitive sul mercato, e noi dobbiamo farci trovare pronti per evitare un’altra catastrofe occupazionale. - La questione dei lavoratori espulsi dal ciclo produttivo, che dopo decenni aspettano ancora risposte, risposte che vanno date perché lo Stato ha impegnato risorse economiche e progetti, e quelle risorse devono generare lavoro e benessere per tutti, non per pochi. - Un nuovo approccio al welfare inclusivo, alla sanità territoriale e ai servizi, più attenti alla prossimità e finalizzati alla riduzione delle diseguaglianze e delle nuove povertà. - Una visione urbanistica del territorio capace di conciliare politiche industriali efficaci con la rigenerazione urbana: bisogna dare alle giovani generazioni una possibilità per lavorare e vivere dignitosamente in questa terra, migliorando servizi e infrastrutture sostenibili, e costruire qui il proprio futuro. La possibilità di vivere in una terra che si prenda cura della bellezza del territorio, della qualità urbanistica, e che sappia promuovere la competitività del nostro tessuto produttivo, difendere il lavoro, difendere e promuovere gli insediamenti produttivi nuovi e quelli storici, come i cantieri navali e le importanti industrie ancora presenti sul territorio torrese e stabiese. - Rilancio del termalismo, del turismo sostenibile e della risorsa montagna: il nostro territorio potrebbe costruire una parte importante del suo sviluppo su questi aspetti, che vengono colpevolmente trascurati da troppi anni ma che devono trovare un punto di svolta. - L’armonizzazione col territorio dei nuovi centri commerciali: queste mega strutture, che nascono sui suoli di siti industriali dismessi e che beneficiano di ingenti finanziamenti pubblici (per decine di milioni di euro) hanno senso solo se servono a creare lavoro giusto e dignitoso, senza sfruttamento, dando al lavoro la sua dimensione di diritto costituzionale e fattore di cittadinanza, e non di mero strumento di sussistenza. Servono percorsi di partecipazione dei cittadini, di concertazione delle scelte, servono spazi e servizi per le lavoratrici e i lavoratori in questi nuovi centri commerciali, servono protocolli seri e vincolanti per evitare sfruttamento, lavoro nero, lavoro grigio. Dobbiamo liberarci dalla camorra. Dobbiamo cacciare la camorra non solo dalle istituzioni, ma da ogni angolo del nostro territorio. Ma la camorra non è qualcosa di astratto: è una cosa estremamente concreta, è uno strumento, una forma organizzata attraverso cui gli affari di pochi prevalgono sui bisogni di tutti. Per sconfiggerla ci serve uno Stato forte, presente, ma dobbiamo anche riscoprire la passione per la collettività, per la cosa pubblica, per la giustizia e la democrazia: la passione per la politica con la P maiuscola, che non serve a depredare le risorse dello Stato e del territorio a vantaggio di pochi criminali, ma è un mezzo per costruire una società migliore e più giusta e per dare alle figlie e ai figli di questa terra un futuro migliore. Mettiamoci al lavoro!"

Appello promosso da CGIL CISL UIL

Adesioni:

ANPI Napoli ARCI Napoli e Campania Antinoo Arcigay, Napoli Legambiente Campania Libera – Coordinamento Città Metropolitana di Napoli Coordinamento campano dei familiari delle vittime di criminalità Centro Italiano Femminile – Provinciale di Napoli ANPI Torre Annunziata Associazione Socio Culturale ODV L’Incrocio delle Idee ANPI Castellammare-Gragnano Associazione Radicali Napoli Ernesto Rossi Auser Castellammare Odv Confcommercio Torre Annunziata Associazione Verso Sud Circolo della Legalità Castellammare di Stabia Associazione “I Progressisti – Quello che ci unisce” Circolo Legambiente “Woodwardia” Gli Amici della Filangieri Casa della Pace e della Nonviolenza Centro Italiano Femminile – Castellammare di Stabia

 

(fonte comunicato stampa)






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