Precari, si torna ad assumere col bilancino: solo 3.500 docenti su oltre 100mila posti vacanti nascosti nell’organico di fatto(15/04/2018) Dopo il piano straordinario imposto dalla riforma Renzi, la Legge 107/2015, che due anni fa ha condotto in ruolo circa 86mila docenti precari, costringendo molti di essi però a spostarsi di centinaia di chilometri pur avendo i posti liberi vicino casa, con l’ultima Legge di Stabilità sono state finanziate delle assunzioni a tempo indeterminato che però si fermano ad una quota ridicola: oltre al mero turn over, quest’anno si provvederà alla stabilizzazione di una quota di precari che va dalle 3mila alle 4mila unità. È l’ennesima operazione vetrina, senza effetti positivi per la cancellazione della piaga del precariato scolastico.
Secondo la stampa specializzata, “a pesare, nel passaggio dal precariato all’assunzione a tempo indeterminato, sono innanzitutto le ricostruzioni di carriera, ossia l’inquadramento nel gradone stipendiale spettante in base agli anni di servizio già svolti. E seppure il Miur non conteggi per intero il servizio preruolo, si tratta comunque di somme ingenti”. Somme, osserva l’Anief, anche sottodimensionate, visto che ai docenti con oltre quattro anni di precariato vengono assegnate delle ricostruzioni di carriera senza il conteggio integrale del servizio svolto, con danni diretti nello stipendio e sulle progressioni periodiche. Una circostanza che ha costretto il sindacato a rivolgersi al giudice, il quale continua a dare ragione al lavoratore leso nei suoi diritti. Il sindacato, dunque, torna a chiedere di stabilizzare i 140 mila posti, tra docenti e personale Ata (assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici), che ogni anno sono chiamati a fare i supplenti pur con i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato. Lo Stato si ostina a non farlo, ma non si è capito che questo comportamento alla lunga gli costerà molto caro.
Marcello Pacifico (presidente Anief): È scandaloso come, dopo le sentenze delle Sezioni unite della Corte di Cassazione, a partire dalla n. 22552/16, che hanno disapplicato le norme legislative contrattuali vigenti laddove confermano la disparità di trattamento tra personale di ruolo e precario prima e dopo la ricostruzione di carriera, ancora il Miur non si adegui. L’organico di fatto deve immediatamente scomparire, per fare spazio a quello di diritto: è inaccettabile che per questioni finanziarie tutto questo non avvenga e anche i giudici la pensano così. Anief si è rivolta alla Commissione europea che a breve potrebbe far partire le richieste di vitare risarcimenti milionari, tra l’altro da estendere anche al personale di ruolo, perché prima di lasciare lo status da supplente è stato a sua volta danneggiato rimandando per anni e anni l’immissione in ruolo. E siccome sull’abuso subìto dei contratti a termine durante il precariato esiste una precisa direttiva Ue, presto ne vedremo delle belle. Allo stesso modo, abbiamo condotto in tribunale il CCNL per 2016/18 firmato dai sindacati confederali che, confermando tali discriminazioni, appare a sua volta illegittimo.
Il giovane sindacato prosegue i ricorsi gratuiti per attribuire il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018. Si ricorda che la violazione della normativa comunitaria riguarda anche la mancata stabilizzazione: si può quindi decidere diricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità, il pagamento dei mesi estivi e adeguati risarcimenti. Ai ricorsi sono interessati, come già detto, pure i lavoratori già assunti a tempo indeterminato.
Tornano nella scuola le immissioni in ruolo col bilancino. Dopo il piano straordinario imposto dalla riforma Renzi, la Legge 107/2015, che due anni fa ha condotto in ruolo circa 86mila docenti precari costringendo molti di essi però a spostarsi di centinaia di chilometri pur avendo i posti liberi vicino casa, con l’ultima Legge di Stabilità sono state finanziate delle assunzioni a tempo indeterminato che però si fermano ad una quota ridicola: oltre al mero turn over, quest’anno si provvederà alla stabilizzazione di una quota di precari che va dalle 3mila alle 4mila unità. Andranno a ricoprire posti sottratti all’organico di fatto, dove tra docenti e Ata ve ne sono “nascosti” però oltre 100mila. Quindi, si tratta dell’ennesima operazione vetrina, senza effetti positivi per la cancellazione della piaga del precariato scolastico.
“Il Ministero – scrive oggi Orizzonte Scuola - ha elaborato due ipotesi, una con 3.950 posti e una con 3.530. Se si optasse per la prima, i soldi stanziati nella Legge Finanziaria 2018 (150 milioni l’anno) potrebbero bastare solo fino al 2021. Per dire, forse non saranno stati assunti neanche tutti i docenti abilitati che si apprestano ad entrare con l’apposita prova concorsuale nella graduatoria di merito regionale. Se si invece si scende a 3.530, la copertura finanziaria potrà essere sufficiente fino al 2028”. La rivista fa sapere anche che “a pesare, nel passaggio dal precariato all’assunzione a tempo indeterminato, sono innanzitutto le ricostruzioni di carriera, ossia l’inquadramento nel gradone stipendiale spettante in base agli anni di servizio già svolti. E seppure il Miur non conteggi per intero il servizio preruolo, si tratta comunque di somme ingenti”.
Somme, osserva l’Anief, anche sottodimensionate, visto che ai docenti con oltre quattro anni di precariato vengono assegnate delle ricostruzioni di carriera senza il conteggio integrale del servizio svolto, con danni diretti nello stipendio e sulle progressioni periodiche. Una circostanza che ha costretto il sindacato a rivolgersi al giudice, il quale continua a dare ragione al lavoratore leso nei suoi diritti.
“A ciò si aggiunga, a partire dall’entrata in vigore della legge 107/2015, delle somme stanziate per il bonus 500 euro destinato all’autoformazione e all’aggiornamento professionale dei docenti di ruolo delle scuole statali. Più immissioni in ruolo si fanno, maggiore sarà questa spesa. E dunque il Miur agisce in maniera cauta, non ascoltando chi chiede la trasformazione di tutti i posti in organico di fatto in organico di diritto”.
“Quanto sta avvenendo è semplicemente assurdo – replica Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – perché è come dire a un ammalato che poiché le medicine costano troppo le cure possono aspettare. Anziché traccheggiare, il Miur sblocchi le assunzioni. Altrimenti, scatteranno le denunce alla procura della Repubblica e alla Corte dei Conti”.
“È scandaloso – continua Pacifico - come, dopo le sentenze delle Sezioni unite della Corte di Cassazione, a partire dalla n. 22552/16, che hanno disapplicato le norme legislative contrattuali vigenti laddove confermano la disparità di trattamento tra personale di ruolo e precario prima e dopo la ricostruzione di carriera, ancora il Miur non si adegui. L’organico di fatto deve immediatamente scomparire, per fare spazio a quello di diritto: è inaccettabile che per questioni finanziarie, tutto questo non avvenga, anche i giudici la pensano così”.
Il sindacato, dunque, torna a chiedere di stabilizzare i 140 mila posti, tra docenti e personale Ata (assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici) che ogni anno sono chiamati a fare i supplenti pur con i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato. Lo Stato si ostina a non farlo, ma non si è capito che questo comportamento alla lunga gli costerà molto caro.
“Anief – dice ancora il suo presidente - si è rivolta alla Commissione europea, che a breve potrebbe far partire le richieste di vitare risarcimenti milionari, tra l’altro da estendere anche al personale di ruolo, perché prima di lasciare lo status da supplente è stato a sua volta danneggiato rimandando per anni e anni l’immissione in ruolo. E siccome sull’abuso subìto dei contratti a termine durante il precariato esiste una precisa direttiva Ue, presto ne vedremo delle belle. Allo stesso modo – conclude Pacifico – abbiamo condotto in tribunale il CCNL per 2016/18 firmato dai sindacati confederali che, confermando tali discriminazioni, appare a sua volta illegittimo”.
Il Ministero dell’Istruzione, intanto, continua ad essere condannato a risarcire ogni dipendente con decine di migliaia di euro, anche per l’assegnazione degli scatti di anzianità ai precari, come ribadito dalla Cassazione nel 2017 e indicato a chiare lettere dalle sentenze europee, come la famosa Mascolo - C-22/13 proprio sui precari della scuola del 2014. Proseguono, intanto, i ricorsi gratuiti per attribuire il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018. Si ricorda che la violazione della normativa comunitaria riguarda anche la mancata stabilizzazione: si può quindi decidere diricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità, il pagamento dei mesi estivi e adeguati risarcimenti. Ai ricorsi sono interessati pure i docenti e Ata già assunti a tempo indeterminato.
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