Programma della stagione teatrale del Bellini di Napoli anno 3024-25(09/06/2024)
Ecco il programma della stagione del teatro Vellini di Napoli per l’anno 3024 e 2025
24 > 29 settembre
SANGHENAPULE
Vita straordinaria di San Gennaro
TEATRO BELLINI
Stagione 20
testo e drammaturgia Roberto Saviano
con Roberto Saviano e Mimmo Borrelli
regia Mimmo Borrelli
produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
È il sangue che si scioglie, rinnovando ogni anno il patto tra il santo e la sua gente; è il sangue dei primi martiri cristiani, ma anche quello dei “martiri laici” della Repubblica partenopea, che a fine Settecento tentò di opporre l’ideale democratico all’oppressione borbonica; è l’emorragia dell’emigrazione nei primi decenni del Novecento, quando migliaia e migliaia di italiani varcarono l’oceano in cerca di un futuro migliore; è il sangue versato sotto le bombe della Seconda Guerra mondiale; è,
24-2025
infine, quello degli agguati di camorra. In uno spettacolo che intreccia la narrazione alla poesia, esaltando la lingua napoletana in tutta la sua barocca bellezza, Mimmo Borrelli e Roberto Saviano, puntano al cuore di Napoli, città di sangue e di lava incandescente, raccontandone il mistero e la contraddizione.
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1 > 6 ottobre
LE CINQUE ROSE DI JENNIFER
di Annibale Ruccello
con Daniele Russo e Sergio Del Prete
regia Gabriele Russo
produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
Jennifer è un travestito romantico che abita in un quartiere popolare della Napoli degli anni ‘80. Chiuso in casa per aspettare la telefonata di Franco, l’ingegnere di Genova di cui è innamorato, gli dedica continuamente Se perdo te di Patty Pravo alla radio che, intanto, trasmette frequenti aggiornamenti sul serial killer che in quelle ore uccide i travestiti del quartiere.
Torna al Teatro Bellini il testo più simbolico di Annibale Ruccello, quello che nel 1980 impose il drammaturgo all’attenzione di pubblico e critica. In un allestimento capace di restituire tutta la malinconia del testo senza sacrificarne l’irresistibile umorismo, Gabriele Russo dirige un iconico Daniele Russo.
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15 ottobre > 2 novembre
LA GRANDE MAGIA
di Eduardo De Filippo
regia Gabriele Russo
con Natalino Balasso, Michele Di Mauro
e con (in o/a) Veronica D’Elia, Gennaro Di Biase, Christian di Domenico, Maria Laila Fernandez, Alessio Piazza, Manuel Severino, Sabrina Scuccimarra, Alice Spisa, Anna Rita Vitolo
scene Roberto Crea
luci Pasquale Mari
costumi Giuseppe Avallone
musiche e progetto sonoro Antonio Della Ragione
produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini, Teatro Biondo Palermo, Emilia Romagna Teatro ERT
Calogero Di Spelta, marito tradito, con la sua mania per il controllo e la sua incapacità di amare e fidarsi, diventa uno specchio delle sfide e delle difficoltà dell'uomo contemporaneo nell’ambito delle relazioni. Ne risulta un uomo con la costante esigenza di aggrapparsi a certezze granitiche, a costo di rinchiuderle simbolicamente in una scatola: il luogo sicuro. Dall’altro lato, Otto Marvuglia, mago e manipolatore, dalle facce sempre diverse ed interscambiabili che modificano il contesto e la percezione della realtà. Smarriti i personaggi, smarriti gli spettatori, smarriti gli uomini e le donne di oggi, smarriti nelle relazioni, smarriti nel continuo fondersi del vero e del falso. Cosa è vero? Cosa è falso?
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5 > 10 novembre
IL GRANDE VUOTO
uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli
performer Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti, Giusi Merli e con Mona Abokhatwa per la prima volta in scena
produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello, La Corte Ospitale, Romaeuropa Festival
Quattro quadri raccontano il lento dissolversi di una famiglia: una coppia di anziani, una figlia e sua madre malata di Alzheimer, una badante, ciò che rimane in una casa della nostra esistenza, delle vite che finiscono lasciando solo vestiti, coppe, cartoline, calamite e fotografie pronte ad essere inscatolate e portate via per sempre.
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12 > 17 novembre
TRAGÙDIA
Il canto di Edipo
LIBERAMENTE ISPIRATO ALLE OPERE DI SOFOCLE e ai racconti del mito
con Alessandro Burzotta, Salvatore Drago, Francesca Gabucci, Sara Giannelli, Jared McNeill, Chiara Michelini, Felice Montervino
regia, scene, luci, suoni e costumi Alessandro Serra
produzione Sardegna Teatro, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro Due Parma
Macerie.
In un’epoca di macerie non c’è altra possibilità che lavorare su ciò che resta, soffiare sulle ceneri per riattivare il fuoco.
Ciò che resta della tragedia:
parole senza suono.
Ciò che resta della polis:
una società di estranei. Ciò che resta del rito:
una drammaturgia spenta. Ciò che resta di un mito:
una storiella venuta a noia. Ciò che resta di un eroe:
un personaggio fuori fuoco.
Il canto di Edipo si edifica sulle macerie.
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20 > 24 novembre
INFAMOUS OFFSPRING
regia e coreografia Wim Vandekeybus
creato con ed eseguito da Iona Kewney, Maria Zhi Tortosa Soriano, Lotta Sandborgh, Cola Ho Lok Yee, Samuel Planas, Rakesh Sukesh, Paola Taddeo, Adrian Thömmes, Hakim Abdou Mlanao
produzione Ultima Vez
La mitologia greca rimasterizzata attraverso l'universo di Ultima Vez: questo è Infamous Offspring. Nell'ultima creazione di Wim Vandekeybus, un cast completamente nuovo di attori e ballerini si avventura nel labirinto di racconti antichi. Daniel Copeland e Lucy Black interpretano Zeus ed Era che, apparendo solo sullo schermo, rimangono genitori divini distanti e irraggiungibili. Al loro fianco, la leggenda del flamenco Israel Galván incarna Tiresia, il profeta cieco che comunicherà agli artisti sul palco esclusivamente attraverso il ritmo e il linguaggio del corpo. Efesto è interpretato da Iona Kewney, pittrice e contorsionista scozzese, che traspone le caratteristiche chiave del dio del fuoco paralizzato in un linguaggio fantasioso. Sul palco come sullo schermo, la danza si fonde con le parole della poetessa Fiona Benson la cui oscura immaginazione, solennemente intrisa di lirismo, contribuisce a rinnovare
lo sguardo sulla mitologia greca con un approccio più ampio, contemporaneo e universale.
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26 novembre > 1 dicembre
LA COSCIENZA DI ZENO
di Italo Svevo
regia Paolo Valerio
con Alessandro Haber
e con Francesco Migliaccio
e Valentina Violo, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Emanuele Fortunati, Francesco Godina, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo
regia di Paolo Valerio
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Goldenart Production
Come scrive Giorgio Strehler, “La coscienza di Zeno” è «una pietra nel cuore di tutti i triestini» e per me è una sfida davvero particolare.
Ho affrontato questo lavoro privilegiando fortemente la narrazione di Svevo: ho voluto racchiudere in questa esperienza teatrale alcune pagine che trovo straordinarie, indimenticabili, costruendo un altro Zeno accanto all’Io narrante. Quindi Zeno - interpretato da Alessandro Haber - si racconta e si rivive attraverso il corpo di un altro attore.
Zeno ci rivela l’inciampo, l’umanità... E anche il personaggio di Alessandro Haber s’intreccia a questa inettitudine e talvolta, durante lo spettacolo, si sovrappone l’uomo all’attore, per sottolineare “l’originalità della vita”.
Zeno ci appartiene, racconta di noi, della nostra fragilità, della nostra ingannevole coscienza, della voce che ci parla e che nessuno sente e che ci suggerisce la vita.
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4 > 8 dicembre
COSE CHE SO ESSERE VERE
di Andrew Bovell
con Giuliana De Sio
regia di Valerio Binasco
produzione Teatro Stabile di Torino
Valerio Binasco e Giuliana De Sio sono i due principali protagonisti di un toccante, divertente e coraggioso dramma che ruota intorno alla storia di una famiglia e di un matrimonio, nel primo allestimento italiano del potente testo di Andrew Bovell. Quando Rosie torna rocambolescamente a casa dopo un breve viaggio in giro per l’Europa è certa di far parte di una famiglia solida, inossidabile: ma all’arrivo della giovane le crepe che silenziosamente si sono insinuate nei rapporti tra i familiari ribaltano ogni certezza. Una fotografia complessa e acuta dei meccanismi domestici e matrimoniali che muta continuamente punto di vista, attraverso gli occhi di quattro fratelli che lottano per definire se stessi al di là dell’amore e delle aspettative dei genitori.
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12 > 15 dicembre
HAMLET
da William Shakespeare direzione Thomas Ostermeier
Paolo Valerio
con Jenny König, Konrad Singer, Lars Eidinger, Urs Jucker, Robert Beyer, Damir Avdic, Thomas Bading
produzione Schaubühne Berlin
Si comincia con un prologo quasi burlesque, immaginando la sepoltura del Re, ovvero del padre di Amleto, interpretato dall’attore/mattatore Lars Eidinger. Da questo insolito terreno tombale, lo spettatore entra nel vivo del dramma, in versione Ostermeier: costumi contemporanei, scene essenziali ed inserti tecnologici, sei attori che interpretano venti personaggi, alternandosi in “doppi” esistenziali, come le luci e le ombre di ogni individuo. Il regista trasferisce il dilemma amletico in una società postmoderna tra giovani incerti, che non sanno decidersi se prendere il potere o restare a guardare. Nella corte danese, metafora del sistema politico corrotto, Amleto rimane oggi una altissima analisi del dilemma intellettuale tra pensiero complesso e azione politica.
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7 > 12 gennaio
FANTOZZI, UNA TRAGEDIA
da Paolo Villaggio
regia Davide Livermore
con Gianni Fantoni, Paolo Cresta, Cristiano Dessì, Lorenzo Fontana, Rossana Gay, Marcello Gravina, Simonetta Guarino, Ludovica Iannetti, Valentina Virando
produzione Teatro Nazionale di Genova, Enfi Teatro, Nuovo Teatro Parioli, Geco Animation
Fantozzi e il lavoro. Fantozzi e le donne. Fantozzi e lo sport. Fantozzi e la coscienza di classe.
Quattro atti tragicamente esilaranti e un sorprendente epilogo, ecco Fantozzi. Una tragedia, lo spettacolo con cui il regista Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, porta in scena lo straordinario universo di storie e personaggi scaturito dalla penna di Paolo Villaggio, con Gianni Fantoni nel ruolo del celebre ragioniere.
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15 > 19 gennaio
PINK FLOYD LEGEND
WEEK
voce e basso Fabio Castaldi, voce e chitarre Alessandro Errichetti, voce e tastiere Simone Temporali, chitarre, basso e cori Paolo Angioi, batteria Emanuele Esposito
cori Giorgia Zaccagni, Daphne Nisi e Claudia Marss
sassofono solista Maurizio Leoni produzione Menti Associate
giorni per riscoprire e rivivere l'infinita bellezza di The Dark Side of the Moon, Pulse, Atom Heart Mother, Wish you were here, Animals, The Wall e The Final Cut, sette capolavori firmati
Pink Floyd, la band caposaldo della storia della musica di tutti i tempi. _____
25 gennaio > 2 febbraio
I PARENTI TERRIBILI
I Pink Floyd Legend inaugureranno il tour 2025 partendo da Napoli al Teatro Bellini dove saranno dal 15 al 19 gennaio 2025 con 5 imperdibili concerti in 5 di Jean Cocteau
regia Filippo Dini
con Milvia Marigliano, Mariangela Granelli, Filippo Dini
produzione TSV – Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile Bolzano
Con questo testo, da lui diretto e interpretato, Filippo Dini prosegue l’indagine nell’inferno familiare che ha avuto in Casa di bambola, e più di recente in Agosto a Osage County, due esempi mirabili, definendo una cifra stilistica che pone al centro il lavoro dell’attore e reinterpreta in modo inedito l’idea di un nuovo capocomicato. Considerata la più perfetta opera teatrale di Jean Cocteau, I parenti terribili rappresenta uno spaccato crudele della società, un atto storico con cui l’autore rompe, almeno formalmente, col teatro di raffinata e astratta acrobazia intellettuale per accostarsi ad un tipo di teatro molto più tradizionale, costruito secondo regole collaudate e codificate care al teatro borghese. Il testo racconta la storia di una famiglia davvero terribile, che vive reclusa in se stessa, avulsa da qualsiasi stimolo esterno. Michel è un giovane uomo viziato e amato morbosamente dalla madre Yvonne. Quando annuncia ai suoi genitori di amare Madeleine, la disperazione divora la donna, che teme di perdere il figlio, mentre oscuri segreti sulla famiglia vengono a galla.
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11 > 16 febbraio
ORPHEUS GROOVE
ideazione, drammaturgia e regia di Annalisa D’Amato
Con Andrea de Goyzueta, Juliette Jouan, Savino Paparella, Stefania Remino, Antonin Stahly
Produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro (Italia), Fondazione teatro di Napoli - Teatro Bellini (Italia), Compagnie D’Amato Stahly (Francia), Théâtre Molière-Sète, Scène nationale archipel de Thau (Francia), Fondazione Campania dei Festival (Italia)
Progetto sostenuto dal Ministère de la Culture – Direction régionale des affaires culturelles d’Île-de-France, Parigi (Francia)
Orpheus Shivandrim, nato a Bombay da madre indiana e padre italo-francese, è uno scienziato fisico del suono che, con un gruppo di colleghi, è impegnato in un progetto di riarmonizzazione del’Essere Umano e della Terra, le cui energie vitali si stanno affievolendo di giorno in giorno in maniera preoccupante.
Il suo assioma: ogni cosa ha la sua frequenza e ogni essere umano ha la sua nota musicale.
La sua osservazione: al mondo esistono propriamente due tipi di vibrazioni, le ‘vibrazioni creative’ e le ‘vibrazioni inerziali’.
Il suo obiettivo: riattivare, attraverso gli effetti della musica su i corpi, la vibrazione del pianeta, degli esseri umani, degli animali, che si sta indebolendo drammaticamente. Riuscire ad agire sul singolo è di importanza capitale per questo gruppo di scenziati, siccome il cervello e la terra funzionano sulle stesse frenquenze: “chi salva una vita, salva il mondo intero”. Il tempo stringe. Riusciranno a riarmonizzare la nuova misteriosa donna che si candida per cambiare di frequenza e risuonare finalmente con il Tutto?
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18 > 23 febbraio
L’ISPETTORE GENERALE
di Nikolaj Gogol
adattamento e regia Leo Muscato
con Rocco Papaleo
e con (o.a.) Elena Aimone, Giulio Baraldi, Letizia Bravi, Marco Brinzi, Michele Cipriani, Salvatore Cutrì, Marta Dalla Via, Gennaro Di Biase, Marco Gobetti, Daniele Marmi, Michele Schiano di Cola e Marco Vergani
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale e TSV - Teatro Nazionale
Rocco Papaleo è protagonista de “L’ispettore generale” di Nikolaj Gogol, uno dei più grandi capolavori della drammaturgia russa. Commedia satirica fra le più divertenti che sia mai stata scritta, “L’ispettore generale” si prende gioco della piccolezza morale di chi detiene un potere e si ritiene intoccabile. Scritta nel 1836, ma tragicamente più attuale di quanto si possa immaginare, rivive oggi grazie alla regia di Leo Muscato. _____
di e Un’esperienza artistica in cui la danza fa da vettore per creare uno spazio di riflessione in cui l’amore e la memoria trascendano la morte.
Ne risulta un pezzo che travalica le parole per mostrare la complessità delle emozioni legate alla propria e universale esperienza in cui i ballerini cercano di illustrare l'amore incondizionato che esiste tra un genitore e il proprio figlio.
In termini pedagogici, lo spettacolo mira a sensibilizzare il pubblico sulle implicazioni della realtà della guerra sulle generazioni attuali e future, promuovendo la pace tramite la voce delle vittime e dei testimoni, all’insegna di un’evoluzione della società verso un mondo più pacifico.
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6 > 9 marzo
S 62° 58′, O 60° 39′
uno spettacolo di Peeping Tom
ideazione e regia Franck Chartier
creazione e performance Marie Gyselbrecht, Chey Jurado, Lauren Langlois/Yi- Chun Liu, Sam Louwyck, Romeu Runa, Dirk Boelens, con l’aiuto di Eurudike De Beul produzione Peeping Tom
Il relitto di una barca a vela, un vasto paesaggio ghiacciato sullo sfondo e un equipaggio di sopravvissuti senza speranza. S 62° 58’, W 60° 39’ indica la posizione geografica tra un desolato tratto di costa antartica e la minuscola Deception Island, in cui ha inizio la storia impossibile e spaventosa di alcuni essere umani, che devono sopravvivere ai ghiacci, per tornare alla vita fino ad allora conosciuta.
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26 febbraio > 2 marzo
Riva&Repele
Annalisa D’Amato
DEAR SON
coreografie Sasha Riva & Simone Repele
produzione Riva & Repele
Le Voisin
11 > 16 marzo
EXTRA MOENIA
regia Emma Dante
con Roberto Burgio, Italia Carroccio, Adriano Di Carlo, Angelica Di Pace, Silvia Giuffrè, Gabriele Greco, Francesca Laviosa, David Leone, Peppe Marino, Giuditta Perriera, Ivano Picciallo, Leonarda Saffi, Daniele Savarino, Sabrina Vicari
produzione Teatro Biondo Palermo
Le relazioni, gli incontri, gli scontri, il lavoro, le frustrazioni, la competizione, le vittorie e i fallimenti sono alcuni dei tasselli che formano il frenetico mosaico delle giornate di questa comunità. Il percorso mostrato è un modo per liberarsi dalla maschera sociale e dall’abito che ci obbligano a ricoprire un ruolo fuori dalle mura domestiche. Danzare... danzare... per liberarsi di ogni fardello in un rituale condiviso, liberatorio e potente.
Extra moenia rappresenta un teatro gestuale e allegorico, che supera i generi e gli schemi convenzionali, un teatro in cui l’uno sorregge l’altra e viceversa, dove danzare... danzare... è l’unica maniera per non essere perduti.
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19 > 23 marzo
SLAVA’S SNOWSHOW
creato da Slava Polunin
regia Viktor Kramer e Slava Polunin distribuito in Italia da TAM ON TOUR in collaborazione con Gaap Booking
In sala cadono dal cielo coriandoli, neve silenziosa, ragnatele, nebbia, palloni colorati e tanta poesia. un viaggio magico, una festa che alterna gag esilaranti e malinconica poesia, una festa guidata da dei clown teneri e un po’ strampalati che mentre ballano e fingono di cantare, giocano tra di loro e con il pubblico con maestria e un pizzico di improvvisazione. «È un teatro che nasce inesorabilmente dai sogni e dalle fiabe», dice lo stesso Slava, creando un genere a sé stante, in grado di fondere dramma e risata, come pochi altri spettacoli al mondo.
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26 > 31 marzo
HO PAURA TORERO
di Pedro Lemebel
regia Claudio Longhi
con Lino Guanciale
e con Daniele Cavone Felicioni, Francesco Centorame, Michele Dell’Utri, Diana Manea, Mario Pirrello, Arianna Scommegna, Giulia Trivero
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Scivolando tra le pagine chiassose e taciturne, arrabbiate e struggenti, ciniche e
innamorate di Ho paura torero (2001), cupo e prezioso smeraldo della letteratura
romanzesca ispano-americana, Claudio Longhi e Lino Guanciale, in questa nuova
tappa del loro lungo sodalizio, compongono un murale rutilante di storie incrociate.
Uno spettacolo in bilico tra sogno e storia, fuga fantastica e violenta quotidianità, che
è anche un omaggio alla penna ironica e appassionata, graffiante e visionaria,
scandalosa e sovversiva di Pedro Lemebel (1952-2015), icona della letteratura queer e pop camp del Sud del mondo. Per raccontare, tra eros e politica, la parabola ineluttabile del desiderio.
Ho paura torero, ho paura che stasera il tuo sorriso svanisca...
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1 > 6 aprile
FOTOFINISH
di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista / Manolo Muoio
produzione RezzaMastrella-TSI La fabbrica dell'Attore Teatro Vascello
E’ la storia di un uomo che si fotografa per sentirsi meno solo.
Apre così uno studio dove si immortala fingendosi ora cliente ora fotografo esperto. E grazie alla moltiplicazione della sua immagine arriva a credersi un politico che parla alla folla. Una folla che non c’è. Ma che lo galvanizza come tutte le cose che non avremo mai.
Tra un comizio e l’altro arriva a proclamarsi costruttore di ospedali ambulanti che si spostano direttamente nelle case dei malati. E all’interno di questi ospedali c’è sempre lui: sotto le vesti del primario, sotto quelle del degente e sotto quelle delle suore cappellone che sostituiscono la medicina con gli strumenti della fede.
Ben presto, grazie all’inflazione della sua immagine, è convinto di non essere più solo.
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9 > 13 aprile
BAÙBO
Sull’arte di non essere morto
basato sulle opere di Buxtehude, Musil, Schütz e altri materiali
regia Jeanne Candel
di e con Pierre-Antoine Badaroux, Félicie Bazelaire, Prune Bécheau, Jeanne Candel, Richard Comte, Pauline Huruguen, Pauline Leroy, Hortense Monsaingeon, Thibault Perriard
produzione La vie brève - Théâtre de l’Aquarium
La creazione di Jeanne Candel si sviluppa attorno alla figura della sacerdotessa orfica Baùbo e del suo incontro con Demetra. Da questo mito, le opere di Heinrich Schütz e altri materiali, Candel e il direttore musicale Pierre-Antoine Badaroux compongono una “passione per l'oggi” dove musica e teatro si intrecciano, nell’esaltazione dei motivi del desiderio e della spinta alla vita, ovvero ’arte del non essere morti’. La logica compositiva è quella del sogno, ‘l’interiorità del disordine passionale’, ‘la vita dell’inarticolato’, la cui energia misteriosa rende ancora possibile l’esistenza.
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22 > 27 aprile
MEIN KAMPF
da Adolf Hitler
di e con Stefano Massini
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
Scriveva Primo Levi che niente è più necessario della conoscenza per evitare il ripetersi della tragedia, soprattutto se essa prende forma lentamente nella progressiva seduzione delle masse, oscurandone il senso critico.
Dopo molti anni di ricerca e di scrittura, analizzando parola per parola il testo originario “Mein Kampf” con l’innesto di centinaia di discorsi e dichiarazioni dello stesso Hitler, Stefano Massini ci consegna la sua biopsia del testo maledetto, un feroce distillato in cui la religione nazista di rabbia e paura, il culto dell’io e l’esaltazione della massa ci appaiono in tutta la loro forza di potentissimo déjà-vu.
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13 maggio > 1 giugno
MORTE ACCIDENTALE DI UN ANARCHICO
di Dario Fo
regia Antonio Latella
con in o/a Caterina Carpio, Annibale Pavone, Daniele Russo, Edoardo Sorgente, Emanuele Turetta
produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
Nel 1921 un emigrante italiano «volò» fuori da una finestra del palazzo della polizia di New York: è questo l’episodio che ispirò “Morte accidentale di un anarchico”, una delle commedie più celebri di Dario Fo. L’azione comincia in una questura, dove il commissario Bertozzo si trova a fronteggiare un matto, capace di spacciarsi per più persone, motore e filo conduttore dell’intera vicenda. “La morte accidentale” a cui allude il titolo dell’opera è quella dell’anarchico Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra del quarto piano della questura di Milano nel 1969, in uno degli episodi più controversi della storia italiana del dopoguerra; dalla strage di Piazza Fontana, per cui Pinelli era indagato, ad alcuni dei terribili fatti che ne seguono, Dario Fo interroga con la sua opera non solo il caso giudiziario specifico, ma parte di un periodo storico ancora oggi difficile da decifrare e consegnare agli archivi.
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