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Al Napoli Teatro Festival Italia 2020 debutterà "Hypàte", spettacolo scritto e diretto da Aniello Mallardo(27/07/2020)
Nel V sec d.C. una donna fu assassinata. Era bella ed era una filosofa. Fu spogliata nuda e fu dilaniata con cocci aguzzi. Le furono cavati gli occhi e i resti del suo corpo furono sparsi per la città e dati alle fiamme. A fare tutto questo furono dei fanatici cristiani. Sinossi In un limbo, luogo della memoria, Ipazia, alle prese con gli studi scientifici e filosofici, desidera ripercorrere e raccontare la sua storia per non perdersi nel nulla e non permettere ad un poeta di altra epoca di rivisitare un giorno la sua vita, trascurandone la natura di carne e di ossa. Non le resta che rappresentarsi ciclicamente nella continua dialettica con Oreste, Sinesio e Cirillo, per giungere inevitabilmente al giorno del martirio e del dolore, giorno in cui la sua vita fu brutalmente straziata. Che cosa resta allora della sua realtà? Qual è il senso del transitorio ed effimero vagare umano, di questo dibattersi continuo, affannoso, se destinato alla consunzione del tempo e alla manipolazione storica? Nella sua ineffabilità Hypàte si effonde come musica, non è più lei e non è altro da lei. Note di regia Non esistono fatti, ma solo interpretazioni F. NIETZSCHE Nella mitologia greca, Hypàte /Ὑπάτη/ era una delle tre Muse della lira che venivano adorate a Delfi, dove si trovavano il Tempio e l’Oracolo di Apollo, inoltre designava la più alta delle tre corde su cui si articolava la scala musicale greca. Etimologicamente, dunque, la figura di Ipazia è legata alla musica che, per sua natura, secondo Schopenhauer, non esprimerà mai il fenomeno, bensì l’essenza intima del fenomeno. Infatti, proprio a causa della sua essenza transfenomenica e metafisica, Ipazia ha rivestito nel tempo divergenti e arbitrari significati: bandiera di laicità, espressione dell’intolleranza religiosa e dell’integralismo della chiesa, eroina protofemminista, martire della libertà di pensiero, agnello sacrificale dell’ultimo paganesimo, prima strega bruciata sul rogo dell’inquisizione ecclesiastica, simbolo della superiorità del paganesimo, allegoria della lotta contro gli integralismi secolari e infine emblema del radicale rifiuto delle fedi e delle ideologie pervasive. Ripercorrere le sue orme, dunque, significa, innanzitutto, affrontare la dialettica tra Storia e racconto, tra l’onestà, da un lato, di rispettare filologicamente le vite umane e la necessità, dall’altro, di rielaborare artisticamente e simbolicamente gli eventi, consapevoli che qualsiasi sforzo di adesione filologica sarà inevitabilmente violato e tradito da una visione ermeneutica dei fatti. Nella tarda antichità la narrazione biografica si confondeva con il mito, non era fondamentale la precisione e la descrizione storica quanto piuttosto l’evocazione. Compito del biografo era quello di catturare il gesto che rivelava l’anima, corrispondesse o meno questo gesto ad un fatto realmente accaduto. Ipazia è una vita negata, in quanto barbaramente trucidata ed è una storia negata, poiché arbitrariamente violata. Che cosa resta dunque di lei e della sua realtà? All’interno di questa macrocornice dialettica tra storia e racconto, dunque, Ipazia si interroga sul senso della storia e della vita ed eleva il suo canto disperato in cerca di un ordine e di un senso. Evoca alcuni personaggi storici, Sinesio, Oreste e Cirillo per ripercorrere gli ultimi giorni della sua esistenza, lo strazio doloroso che la condurrà all’inevitabile silenzio. L’epifania di situazioni, di eventi e di relazioni ricondurrà ineluttabilmente tutti i personaggi sotto il gioco del racconto storico-simbolico e così dall’utopia di una Storia di fatti si cadrà nella loro trasformata interpretazione. Chi è Ipazia? Ipazia è la necessaria trasformazione in altro che, come afferma Mario Luzi nel suo Libro di Ipazia, non è altro ma la sua profondità medesima. HYPÀTE Testo e regia Aniello Mallardo Con Giuseppe Cerrone, Luciano Dell’Aglio, Serena Mazzei, Andrea Palladino Aiuto regia e musiche originali Mario Autore Scene Sissi Farina Laboratorio e realizzazione scene Giovani Teatri Costumi Anna Verde Aiuto sarta Federica Del Gaudio Consulente tecnico Marco Perrella Video di scena Francesco Mucci Fotografia di scena Giorgia Bisanti Ufficio stampa Gabriella Galbiati Produzione TEEN THÈÂTRE, TEATRI DI SETA
Palazzo Reale – Giardino Romantico 30 luglio ore 22.30 PRIMA ASSOLUTA
Per i biglietti: biglietteria@napoliteatrofestival.it Info: 3499374229 dalle ore 10.00 alle 18.30 |
Michele Cafaggi, lo specialista di bolle di sapone sul palco del Tk di Castellammare di Stabia con ”SONO SOLO. sono solo bolle di sapone” Sherlock I'm Not Holmes di Luca Varone arriva al Teatro Acacia Cava de’ Tirreni. “Samarcanda Teatro” alla Stagione Teatrale di Arcoscenico. Speciale Teatro - “Truffe d'Argento” Domenica 30 marzo ore 17. L’ultimo capolavoro del maestro del cinema d’animazione Michel Ocelot |
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