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Vinicio Capossela chiude sabato il Meeting del Cervati con "Combat Folk"(30/08/2018)
LO SHOW Sul palco Vinicio Capossela porterà il progetto “Combat folk”. I concerti denominati “Combat folk” - atti unici come quello del 1 settembre al Meeting del Cervati presso la Villa Comunale di Sanza - sono rivincite all’aperto in contesti molto popolari dedicati al folk e alla terra. In “Combat Folk” la musica, più che la scenografia o l’evocazione teatrale, è protagonista. Diversamente dal luogo chiuso del teatro, dove si crea la sospensione dell’incredulità, i luoghi aperti rappresentano per Vinicio Capossela la nostra natura effimera e possono essere conquistati solo di volta in volta, con «il massimo sforzo per il massimo risultato». Si tratta quindi di esercizi per contrastare la ripetizione, dando seguito e rivincita a diverse passioni che proseguono ostinate negli anni. E in questo mondo Capossela pare proprio trovare il suo habitat naturale, tra canzoni, musiche popolari, balli tradizionali e rispetto del mondo che ci circonda. Presentato per la prima volta lo scorso anno, lo spettacolo ha una formazione a due trombe, con propulsione a tamburo e pompa di contrabbasso, schitarrante di ballate, violino e serenate, con la seguente line-up: Vinicio Capossela, voce, piano, fisarmonica; Alessandro Stefana, chitarre, banjo e campioni; Glauco Zuppiroli, contrabbasso; Giovannangelo de Gennaro, viella, aulofoni e voce; Mirco Mariani, batteria; Sergio Palencia, tromba; Angelo Mancini, tromba; Peppe Leone, tamburi a cornice, tamburello e percussioni. L’ARTISTA Cantautore, poeta, scrittore e fantasmagorico entertainer, Vinicio Capossela (nato ad Hannover nel 1965) debutta nel 1990 sotto l’egida di Renzo Fantini (già con Paolo Conte e Francesco Guccini) con il disco “All’una e trentacinque circa” che gli vale la Targa Tenco, premio che gli verrà attribuito altre tre volte negli anni successivi. Con “Il ballo di San Vito” (1996) arriva il primo deragliamento musicale di Capossela: fanfare macedoni e la chitarra di Marc Ribot si fondono in una musica che vive di riferimenti e rimandi immaginifici e al tempo stesso più personali. Dall’album “Canzoni a Manovella” (2000) in poi, Capossela rivolge la sua attenzione a temi più universali, spesso ispirati alla grande letteratura, da Melville a Céline, da Dante ad Omero, mentre la sua attività concertistica è sempre più tesa alla rappresentazione dell’opera in forma di spettacolo e a radicarsi al tempo stesso in una serie di eventi unici senza repliche. Si è aggiudicato il Premio Lunezia Canzone d’Autore 2017 per l’album “Canzoni della Cupa”, la sua opera è stata definita dalla commissione “Album epocale”. Sempre nello stesso anno ha vinto il prestigioso Tenco 2017, un riconoscimento che colloca così il nome di Capossela accanto a quello di altri grandi cantautori già vincitori (tra gli altri Leo Ferrè, George Brassens, Leonard Cohen, Atahualpa Yupanqui, Tom Waits, Caetano Veloso, Joni Mitchell, Patti Smith, Paolo Conte, Renato Carosone, Franco Battiato). A giugno The Sunday Times inserisce l’album “Ovunque Proteggi” tra i 30 migliori dischi di World Music, definendo Vinicio con queste parole: «Canta come Tom Waits, scrive come Ovidio». |
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