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Napoli, al Pan inaugurata la mostra “David Bowie the passenger by Andrew Kent” dedicata all’eclettico Duca Bianco(25/09/2022) ![]() di Teresa Lanna David Bowie, pseudonimo di David Robert Jones (Londra, 8 gennaio 1947 – New York, 10 gennaio 2016 ), è stato uno musicisti più eclettici ed importanti degli ultimi 50 anni. Il Duca Bianco, così veniva chiamato, era capace di suonare quattordici strumenti musicali diversi ed è considerato l’inventore del cosiddetto glam rock. Ha firmato bellissime canzoni, come Life on Mars?, Heroes, Space Oddity e The man who sold the world.
Sono sufficienti alcune frasi, elencate di seguito e tratte dalle sue canzoni più famose, a dare l’idea della sua personalità:
Ho sempre avuto un bisogno ripugnante di essere qualcosa di più che umano.
Non crederesti a quello che ho passato.
Il rock è sempre stato la musica del diavolo.
Al Duca Bianco è dedicata la mostra David Bowie: the passenger. By Andrew Kent, inaugurata al Palazzo delle Arti di Napoli in via dei Mille, e che rimarrà in esposizione sino a fine gennaio 2023. In occasione del vernissage di presentazione, il fotografo Andrew Kent, in collegamento video, ha raccontato l’inizio della sua avventura professionale con l’artista e ha fornito un ritratto del David Bowie privato, lontano dai riflettori. Kent ha collaborato con Bowie per oltre 4 anni, accompagnandolo nel tour europeo che segnò la rinascita artistica del musicista londinese.
“La prima volta che ho incontrato David è stato grazie al mio amico regista Cameron Crowe – ha detto Andrew Kent -. Cameron all’epoca era agli inizi della sua carriera, non aveva molti soldi, dormiva sul mio divano e lavorava anche come giornalista. Una volta doveva intervistare David, ma l’unica possibilità che gli avevano dato era alle tre del mattino. Non sapendo guidare, chiese a me di accompagnarlo a Los Angeles”.
Tanti i retroscena illustrati dal grande fotografo che, negli anni ’70, realizzò molte fotografie iconiche degli artisti dell’epoca come Freddie Mercury, Elthon John, Jim Morrison, i Kiss, Iggy Pop, Frank Zappa, solo per citarne alcuni, ma che con David Bowie divenne partner inseparabile tra gli anni ‘75-‘78.
“Il primo impatto che ebbi con David non fu particolarmente profondo - ha raccontato Kent -, all’epoca David abusava di cocaina e non si riusciva stabilire con lui un rapporto. Cosa che accadde, invece, nella prima occasione lavorativa. Fu invitato al programma televisivo della CBS, Soul Train, dove ebbi modo di fotografarlo. Fu lì che David si accorse del mio lavoro e riuscimmo a stabilire una connessione e, da lì, si cominciò a parlare del tour che doveva iniziare entro poche settimane”.
Ad aprire, infatti, la mostra al PAN, nella prima sala di un ricco percorso espositivo, è proprio questo scatto al trucco di David Bowie che si prepara a registrare, come primo artista bianco mai invitato alla trasmissione Soul Train, il suo intervento.
“L’Isolar Tour fu diverso per David - ha poi concluso Kent -. Si notava il suo cambiamento. In quel periodo stava cercando di ritrovare sé stesso e di allontanarsi dalle droghe. Furono otto mesi intensi, vissuti a stretto contatto poiché, contrariamente al tour precedente in cui erano coinvolte un centinaio di persone, quella volta eravamo solo in cinque: David, il suo manager, la sua assistente, Iggy Pop ed io”.
Una mostra tutta da scoprire, insomma; un ritratto a trecentosessanta gradi di un personaggio dai mille volti e dalle profonde inquietudini, i cui capolavori continueranno ad arricchire il panorama musicale del futuro.
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