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Il principe di Cremisi (II Cap)

(10/02/2022)

Il   principe di Cremisi

(5 capitoli by Mapas. 2° Capitolo)

L’avviso arrivò anche al principe, che sapeva leggere - anche se per migliorare “lo scritto” sembrava che prendesse ancora lezione serali, - il quale si preoccupò non poco di ciò che avrebbero potuto dire i “suoi” sudditi. Corse quindi dal Re per cercare di fermare questo scempio. Ma un Re è sempre un Re, uomo superiore per decisione “divina”, voluto dall’altissimo (suo nonno, che abitava nella torre più alta del castello), il quale sorrise davanti all’angoscia di Pinocchietto, e con voce pacata o…pagata (non si seppe mai…) gli disse: “Amico mio diletto, questo metodo ti permetterà di sapere con precisione chi sono i tuoi nemici e di cosa si lamentano, un po’ come accade coi social di oggi.

 

Per chi è costretto a dettare perché analfabeta, il tuo messo, oggi gestore o amministratore del social, riporterà quello che gli dirai di fare; per chi porta la missiva pronta, una volta andato via, incaricherai i tuoi fiduciari di cancellare le frasi scomode (come oggi gli “amministratori” cancellano i post negativi);

 Poi ci saranno i tuoi scudieri che affermeranno che tutto va bene e il gioco è fatto, dimostrando che è solo una piccola, insignificante, trascurabile minoranza a lamentarsi”. Il nostro protagonista rimase stupito da tanto regal acume e ringraziato il Re si inchinò e usci prostrandosi, come a volere dimostrare la sua ammirazione e confermare che si trovava davanti a un uomo superiore, mentre nella sua mente immaginava un giorno di sostituirlo… Che soddisfazione sarebbe stata prendere il suo posto con la propria immagine. Tornato a casa radunò i suoi fedelissimi, evito i nomi perché si alternavano spesso, radunò lo zoccolo duro che allora era composto da Fedele, Assunta, Zebedeo,

Viscidio e Spionino e spiegò loro cosa fare, facendo propria come da prassi l’dea. Ormai stanco ma soddisfatto andò a letto abbandonandosi nelle braccia di Morfeo per il meritato riposo. La mattina seguente svegliatosi di buona ora si recò nella sala consiliare che brulicava di gente dotta; in pratica tutti erano stati indottrinati a trovare le cose buone che il regnante aveva fatto durante il suo mandato. 

 

I lavori si prolungarono per ore e ore, protraendosi per lunghi giorni. Certo, era difficile trovare qualcosa di veramente efficace ma alla fine stremati annunciarono: “fatto!”. Oh scusate, la parola esatta fu “trovato!” Trovato!

Abbiamo trovato! 

A queste grida il Pinocchietto corse come si trovava e si presentò davanti all’assemblea con il suo mantello con il bordo viola la corona in testa dove al centro spiccava lo stemma di famiglia “il pino” e in mano lo scettro, ossia un’asta tronco conica con due sfere all’estremità, simbolo del comando. Davanti a questa figura mitologica alcuni dei ricercatori si sentirono trasportati nell’Iperuranio al di sopra del cielo dove le idee si annidano per sfuggire ai comuni mortali e mentre venivano cullate da esse la voce decisa del principe li riportò nella realtà. “Ditemi presto, cosa avete trovato?” Nacque una rissa un spingersi, per farsi avanti e poter parlare per primo. “Allora” continuò il reale “Cosa avete trovato?”. E il vincitore, colui che aveva raggiunto il traguardo con affanno e le vesti stracciate a capo chino rispose “Abbiamo abbellito e dato decoro al riposo del deretano dei Nostri paesani, quando si siedono per strada”. Un attimo di pausa, un silenzio pensieroso, tutti trattennero il fiato, e poi un grido:

Certo!... avete ragione”. 

 

Un    grande      applauso rimbombò nella sala, risate compiaciute,     abbracci, strette     di     mano         per complimentarsi del problema risolto;

 “Abbiamo fatto cultura” , “Abbiamo  rievocato le gesta del nostro comico Silvius Fiorillo” , “Beniamino del Popolo”. Ora non restava altro da fare che creare un percorso in modo da fare ammirare le meraviglie dipinte al grande Re. Sembrava che tutto fosse risolto quando dal fondo della sala con voce timida e l’indice alzato come a chiedere il permesso di conferire si sentì un “Però…” Tutti si girarono a guardare quell’omino; un silenzio tombale calò, l’atmosfera si fece tetra e cupa tanta era l’inquietudine che il malcapitato aveva osato creare da sembrare un puntino rosso, “Cosa però !”, riprese il signore con aria furiosa, “ Non vorrei che il magnifico Re amante dei mascheramenti e quindi della nostra maschera potesse offendersi nel vedere un simbolo di Partenope usato come poggia deretano”. Il grande Pinocchietto sorridendo rispose: “Noi siamo una grande famiglia, una comunità che sa guardare al futuro con fiducia. Detto questo fece avvicinare l’omino…….(continua)




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