Università Degli Studi di Napoli "Federico Secondo" Vincenzo Di Costanzo:"Scienze tecniche psicologiche, così non va"
(30/09/2020)
Da settimane infuria la polemica sui criteri di accesso al corso triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche della Federico II. Centinaia di aspiranti studenti si sono visti tagliati fuori dalla possibilità di iscriversi per le incomprensibili scelte compiute dagli organi competenti in sede di stesura del bando. Fino all’anno scorso era infatti necessario superare un test d’ingresso, stavolta per rispondere all’emergenza Covid si è deciso di stilare una graduatoria basata esclusivamente sul voto ottenuto all’esame di maturità. A parità di punteggio le posizioni in graduatoria sono state assegnate in ordine crescente di età e, decisione davvero assurda, a parità di data di nascita si è utilizzato come terzo criterio la data di invio della domanda di partecipazione. Un criterio, quest’ultimo, mai citato nel bando pubblicato in estate!
Ad affermarlo è Vincenzo Di Costanzo, responsabile metropolitano Università e Ricerca di Articolo Uno Napoli.
Le scelte della Federico II hanno creato enormi distorsioni. L’esame di maturità di chi si è diplomato in piena emergenza Covid e quello sostenuto dagli studenti degli anni precedenti sono davvero equiparabili? Con i criteri presenti nel bando non si favorisce chi sfrutta i cosiddetti “esamifici” rispetto a chi proviene da scuole in cui le valutazioni sono serie e severe? E cosa dire poi degli effetti che una selezione che avvantaggia i neodiplomati ha avuto su giovani che dopo la fine delle superiori hanno legittimamente deciso di optare per un anno sabbatico, o che magari solo dopo aver iniziato un altro percorso di studi hanno scoperto le loro vere inclinazioni?
Ancora una volta ci sembra che nella gestione di questa delicata fase si sia peccato di superficialità. Non si spiega perché in alcuni casi si sia optato per prove d’ammissione da remoto nella modalità TOLC@CASA mentre per Scienze e Tecniche Psicologiche ciò non sia stato ritenuto possibile. Eppure chi si sta iscrivendo in questi giorni dovrà seguire parte delle lezioni online e con ogni probabilità dovrà sostenere anche i suoi primi esami da remoto. Perché il test d’ingresso invece no? In questo modo, tra l’altro, la Federico II si è esposta al rischio di numerosi ricorsi: se il TAR dovesse darle torto sarà necessario riorganizzare tutto in tempi strettissimi, con un rischio altissimo di disservizi che ovviamente ricadranno sugli studenti.
Da anni ormai ci battiamo contro il numero chiuso all’università. L’accesso ai saperi deve essere libero, la vera selezione interna deve farla la serietà del corso di laurea. È comprensibile che questo obiettivo non sia conseguibile nell’immediato, date le limitazioni imposte dalle norme di sicurezza sanitaria, ma è inaccettabile che il numero programmato venga perseguito con criteri assolutamente inadeguati e lesivi del diritto allo studio costituzionalmente riconosciuto ad ogni individuo. La Federico II trovi una soluzione che venga incontro agli studenti, prima che ancora una volta debbano essere i tribunali ad imporla.
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