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Successo per la scuola di cooperazione di comunità per il sud a Campolattaro

(04/02/2020)

Successo per la scuola di cooperazione di comunità per il sud a Campolattaro

Più di cinquanta giovani under 40, alcuni soci di cooperative di comunità, altri animatori di comunità del Progetto Policoro provenienti da tutte le diocesi della Campania ed una ventina di uomini e donne di diverse fasce d’età legati al mondo del Terzo settore. È il profilo di coloro che hanno aderito al percorso formativo “Cooperazione di comunità per il Sud - progettualità, competenze, territorio” svoltosi nel borgo medioevale di Campolattaro, in provincia di Benevento. Ad organizzare l’evento Confcooperative Campania, attraverso Confcooperative Habitat regionale, la diocesi di Benevento - Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro, in collaborazione con il comune di Campolattaro, la cooperativa sociale di comunità Cives Campolattaro e Fondo Sviluppo. “Ci piaceva l’idea di lanciare da questo borgo la scommessa di una scuola per la cooperazione di comunità per il Sud e, più in generale, di una scuola di pensiero nel Mezzogiorno per la imprenditoria cooperativa. Momenti del genere servono a creare relazioni, scambi di visioni, a fare il pieno di energie positive e di stimoli e pensiamo di essere riusciti nel nostro intento” spiegano Antonio Borea, presidente Confcooperative Campania ed Ettore Rossi, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della diocesi di Benevento. “Le cooperative di comunità rappresentano un modello di innovazione sociale grazie al quale i cittadini diventano, allo stesso tempo, produttori e fruitori di beni e servizi, in sinergia con le istituzioni, le associazioni e le imprese di un determinato territorio. Esse stanno germogliando nelle aree interne o nei piccoli comuni su iniziativa di giovani e meno giovani che non si rassegnano all’idea di andar via dai propri territori e rivoluzionano l’idea dell’abitare” ha spiegato Antonio Gesummaria, presidente Confcooperative Habitat Campania. Lo hanno testimoniato anche i soci delle diverse cooperative di comunità che hanno illustrato la loro esperienza: la cooperativa sociale di comunità Icare, la cooperativa di comunità Civitas e la cooperativa sociale di comunità Cives Campolattaro, tutte nella rete di Confcooperative Campania. Sulla stessa scia la testimonianza dei quattro professionisti di Priverno, in provincia di Latina, che hanno raccontato il progetto dell'albergo diffuso e del turismo esperienziale. Intanto, attende il via libera del Consiglio regionale della Campania la bozza di legge sulle cooperative di comunità: un lavoro che Confcooperative ha seguito da vicino, presentando anche emendamenti, e che potrebbe costituire il binario giusto sul quale incanalare tante esperienze che nel tempo sono nate spontaneamente dal basso, come ha spiegato Maria Ricchiuti, consigliere regionale della Campania, intervenuta ai lavori, aperti con i saluti istituzionali di Pasquale Narciso, sindaco di Campolattaro. Lo sviluppo della cooperazione di comunità si lega a doppio filo ai piccoli comuni, di cui è in prevalenza composta l’Italia. Questo legame lo ha illustrato Tino Iannuzzi, relatore della legge nazionale 158 del 2017 Piccoli comuni. L’essenza della cooperazione di comunità sta nella riscoperta stessa del concetto di collettività, con le sue sfide, le sue problematiche, ma anche le sue soddisfazioni, ha spiegato Giovanni Teneggi, responsabile Confcooperative Nazionale per la cooperazione di comunità. Teneggi ha coinvolto tutti gli iscritti in due laboratori che hanno messo i partecipanti in relazione con casi progettuali. Sul bisogno di riconnettersi con la comunità si sono espressi S.E. Mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento e Don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro, mentre Giovanpaolo Gaudino, presidente Confcooperative Federsolidarietà Campania ha riflettuto sulla progettazione sociale e sul ruolo di estrema responsabilità che ricopre chi si occupa di progettare a partire dalla propria realtà cooperativa per aprirsi alla comunità e ai suoi bisogni. Un processo complesso, che richiede tecnica e visione, nonché la capacità di saper mutare prospettiva, mettendosi in gioco.






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