La mia generazione festival: ad Ancona(08/08/2022)
festival con la direzione artistica di Mauro Ermanno Giovanardi giunge alla sua quinta edizione che vede la musica al centro di un ponte fra due generazioni: quella più matura e navigata di Cristina Donà, Alessandro Fiori, The Zen Circus e i Casinò Royale in un live unico con Marta Del Grandi, e quella dei giovani con Hu, Emma Nolde, Whitemary, Nudha e Leda.
La quinta edizione de La mia generazione festival sarà all'insegna del rapporto tra generazioni più mature e giovanissime. Due grandi headliner come Casinò Royale e The Zen Circus, due grandi realtà della musica italiana come Alessandro Fiori e Cristina Donà si alterneranno sul palco con alcuni dei maggiori talenti in circolazione per le nuove generazioni come Hu, Whitemary, Leda, Emma Nolde, Nudha.
Il festival è frutto della collaborazione tra G-RO srls, Comune di Ancona e Arci.
Qui di seguito un testo del direttore artistico Mauro Ermanno Giovanardi che riassume lo spirito della quinta edizione.
«Sembra ieri quando abbiamo iniziato, e invece siamo già arrivati alla V edizione de La Mia Generazione Festival. Questi 4 anni sono stati a loro modo unici e irripetibili.
Il primo invitando tantissimi dei protagonisti di quella stagione pazzesca degli anni ‘90 (Cristina Donà, Ginevra Di Marco, Raiz, Marlene Kuntz, Adrian Sherwood, solo alcuni degli ospiti invitati), creando sin da subito un clima bellissimo col pubblico, con esibizioni live, incontri, sonorizzazioni e dj-set strepitosi. Una partenza col botto e un’empatia con la città davvero incredibile.
La seconda con un emozionante evento fatto al Porto Antico, con i Subsonica, dove fecero la data con più pubblico del loro tour estivo, ed iniziando a confrontarci e ad invitare i figli legittimi di quella generazione con Colapesce, Maria Antonietta, Carlo Pastore, direttore artistico del MIAMI, Emiliano Colasanti della 42 Records, giusto per fare qualche nome. Continuando il rapporto con la musica internazionale – con i Deus – e riformando per l’occasione i La Crus.
Poi la terza edizione, fatta al Teatro delle Muse, nell’estate della prima pandemia, dove la diretta streaming era diventata consuetudine, l’abbiamo voluto fare in maniera super professionale con una emittente televisiva per garantire uno standard di altissima qualità, perché durante il lockdown troppo spesso la qualità, appunto, era davvero scadente e la musica ha pagato troppo pegno. Si è aggiunto anche una persona straordinaria al gruppo di lavoro come Massimo Cotto che ha portato competenza e divertimento sul palco. Vinicio Capossela, Brunori, Motta, Vasco Brondi, Lucio Corsi i primi che mi vengono in mente, per consolidare la formula delle generazioni che si incrociano e interagiscono per sfuggire alla retorica della nostalgia.
L’anno scorso, l’idea è stata quella di tornare solo alla musica, perché nell’anno e mezzo della pandemia, si era parlato sin troppo e suonato zero, per cui la visione è stata quella del ritorno al festival puro. Senza incontri, senza mostra, senza Dj set. Senza video. Sempre con pubblico seduto e contingentato, però doveva essere la musica a parlare. E in tema di interpolazioni generazionali ci doveva essere prima o poi anche un padre o una madre putativa, oltre che i figli. Per cui Nada ci è sembrata perfetta per questo, insieme a Giorgieness, a Rachele Bastreghi e a Violante Placido, che di mestiere fa l’attrice, ma nell’animo è una musicista di rock’n’roll da sempre. E poi Niccolò Fabi, Diodato, Francesco Bianconi.
E quest’anno? Quest’anno si fa un punto di quello che è stato fatto, e si lavora per dare possibilità alle nuove generazioni. Tornano gli incontri, e ogni sera un headliner di grande livello dividerà il palco con giovani di grande talento. Ci saremo noi con il Decamerock, ci saranno Cristina, i Casinò, gli Zen Circus, e Ale Fiori, che avrebbe dovuto vincere il Tenco senza se e senza ma, e poi la bravissima Whitemary, Emma Nolde, Nudha, i Leda... la musica di qualità non appartiene a nessuna generazione.
La quinta edizione del festival incrocia la grande mostra antologica di Guido Harari. Guido arrivò alla Mole assieme a me, per il primo anno de LMGF, e sono orgoglioso che da quel seme ora ci sia qui la sua prima antologica. Per questo, il festival chiuderà domenica in mostra: ci saremo io, Guido, la bravissima Giulia Cavaliere e gli artisti che vorranno fermarsi a parlare delle sue fotografie.
Il fatto di chiudere questa edizione, così come iniziammo la prima, con la mostra di Guido Harari, mi sembra perfetto.
Quando 5 anni fa pensai a come raccontare quella stagione musicale nelle sue varie forme, pensai subito a Guido Harari, perché era l’occhio più autorevole, aveva lavorato con tutti i più grandi, e ricordo che il primo servizio fotografico fatto con lui per i La Crus mi emozionò molto. Sapere della sua magnifica personale proprio alla Mole mi ha inorgoglito molto.»
L’Assessore alla cultura del comune di Ancona, Paolo Marasca dichiara: «Negli ultimi anni, adottando scelte precise e dando la sensazione di accoglienza nei confronti di progetti di grande qualità, abbiamo reso La Mole un punto di riferimento per molti artisti che non solo arrivano con i loro tour, ma che qui vogliono costruire progetti, spesso innovativi, coinvolgendo tante persone del territorio. Quest'anno, inutile dirlo, facciamo i conti con una congiuntura economica difficile, ma siamo stati in grado, grazie proprio alla reputazione che ci siamo guadagnati, di costruire un palinsesto di altissimo livello e di non perdere il passo, anzi. Questo palinsesto è arricchito da due grandi mostre alla Mole, quella di Guido Harari “Remain in Light” e quella di Ancona Foto Festival dal titolo “Frontiere”, e da una grande mostra che partirà in Pinacoteca il 27 di agosto. Nella congiuntura, abbiamo una capacità attrattiva unica, ma soprattutto non abbiamo rinunciato a una linea strategica che ci contraddistingue, come dimostrano l'arrivo di un progetto innovativo e bellissimo come il GoDaiFest e il consolidamento de La mia generazione.»
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