La Polizia di Stato di Cuneo ha dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa, su richiesta della Procura della Repubblica di Asti, dal G.I.P. del Tribunale di Asti a carico di tre soggetti stranieri di nazionalità marocchina, macedone e albanese, destinatari, rispettivamente, il primo e il secondo della misura degli arresti domiciliari e il terzo della misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare attività professionali.
I delitti contestati previsti e puniti dall’art. art. 603 bis c. I n. 1, c. IV n. 1 c.p. e art. 22 c. XII e XII bis D.lgs nr. 286/1998 (Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, violazioni alla normativa relativa al soggiorno degli stranieri sul T.N) hanno consentito ai poliziotti della squadra mobile di accertare nell’ambito di una complessa indagine coordinata dalla Procura di Asti, con il supporto di attività tecniche, che gli indagati, in modo disgiunto tra loro, attraverso imprese individuali a loro riconducibili operanti in Novello (CN) Mango (CN) e Alba (CN) reclutavano manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento. In particolare i succitati approfittando dello stato di bisogno, reclutavano lavoratori di origine, prevalentemente, africana, (Gambia, Guinea, Nigeria, Marocco, Egitto, Senegal, Mali, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Albania) in gran parte irregolari sul t.n., privi di valide soluzioni abitative, per impiegarli in vigna presso terzi, in totale violazione delle normative contrattuali sull’impiego quali: 1) retribuzioni con paghe orarie di circa 6 €/ l’ora, palesemente, difformi dai contratti nazionali e territoriali; 2) inosservanza della normativa sull’orario di lavoro; 3) inosservanza della normativa in materia di sicurezza e igiene sul lavoro; 4) sottoposizione dei lavoratori a condizioni di lavoro con metodi di sorveglianza degradanti e di controllo a vista, con minacce di non essere pagati o di essere allontanati.
Addirittura, in due casi accertati a carico del primo dei tre indagati, nativo del Marocco, alcuni lavoratori, dopo essersi lamentati delle condizioni di sfruttamento in cui versavano, venivano puniti, in violenti pestaggi, uno dei quali con l’utilizzo di un todino di ferro prelevato dal filare di sostegno a una vigna, che ha dato il nome alla presente operazione, “Iron Rod”.
Si precisa che gli indagati operavano in modo disgiunto tra di loro, indicativo di una diffusività allarmante dei reati accertati, e per tutti e tre è stata contestata l’aggravante di aver reclutato più di tre lavoratori e di aver utilizzato persone straniere prive di permesso di soggiorno o con permesso di soggiorno scaduto. Inoltre, a carico dell’indagato di nazionalità macedone legale rappresentante di una società operante a Mango è stato, altresì, accertato che i lavoratori venivano collocati all’interno dell’immobile sito in quel comune di proprietà del macedone in una situazione di degrado, di sovraffollamento e precarie condizioni igieniche.
Nel corso dell’operazione, condotta dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato di Cuneo, hanno partecipato circa 40 unità della Questura con il rinforzo del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte, di unità cinofile e della Polizia Scientifica, nonché dell’Ufficio Immigrazione per l’analisi delle posizioni sul T.N. dei soggetti stranieri controllati.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari sono stati sottoposti a sequestro preventivo 5 veicoli, utilizzati dagli indagati per accompagnare i bracciati sul luogo di lavoro, nonché è stato sottoposto a sequestro preventivo l’immobile di proprietà del cittadino macedone, utilizzato per ospitare i braccianti nelle condizioni meglio sopra descritte in località Mango (CN).
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