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Napoli Nord: conclusa l’astensione dei penalisti, ma è solo l’inizio: i disagi restano(18/04/2024)
Al centro della protesta le disfunzioni legate alla carenza di organico e alle deficienze logistiche, divenute oramai insostenibili. I problemi vengono da lontano, da quando è stata modellata la pianta organica del nascente Tribunale normanno tenendo conto del “carico zero” da cui partiva, senza alcuna previsione di incrementi legati all’aumento fisiologico dei procedimenti. Eppure già nei primissimi anni, sia in sede civile che penale, era chiaro l’orizzonte di inefficienza e stallo che si prospettava. La classe politica, sia locale che nazionale, compresi i Ministri avvicendatisi nell’ultimo decennio, ha dimostrato ampio disinteresse e incapacità a pianificare una spesa pubblica adeguata alle esigenze del quarto Tribunale d’Italia per bacino di utenza. Se da un lato le riforme della giustizia inneggiano all’efficienza e alla celerità nella celebrazione dei processi, dall’altro i penalisti di Napoli Nord non possono che constatare la natura meramente “simbolica” di simili proclami, di fatto disattesi dalla concreta realtà del Foro nel quale operano. Aule inadeguate sul piano dimensionale e insufficienti per numero. Spesso anche indecorose sul piano degli arredi. Uffici oberati da carichi di lavoro che rendono impossibile qualsivoglia organizzazione razionale e ordinaria dell’amministrazione della giustizia, nonostante gli sforzi dei dirigenti e della Presidenza del Tribunale di far fronte alle urgenze. Paradigmatico della attuale situazione è la paralisi di un servizio basilare come quello del rilascio copie degli atti, indispensabile per qualsiasi difensore, che deve garantire tempi certi e rapidi per l’evasione delle istanze. Lo studio e la preparazione della linea difensiva, la lettura attenta dei verbali di udienza contenenti le dichiarazioni dei testimoni così come delle sentenze per preparare tempestivamente i motivi di appello, sono attività di estrema delicatezza dalle quali dipende l’esito di un processo e tutte strettamente funzionali al diritto di difesa sancito dalla nostra Costituzione. Negare o rendere impraticabile tale servizio, equivale ad un diniego di giustizia. Che ricade sul cittadino in termini di effetti finali, ma anche sull’avvocatura in termini di responsabilità. Nel corso della lunga astensione e delle assemblee della Camera Penale tenutesi presso la Sala Livatino del Tribunale, il Presidente Avv. Antonio Barbato ha anticipato l’intenzione del Direttivo (composto dagli Avv.ti Anna Gargiulo, Raffaele Piccirillo, Immacolata Carratore, Angelo Lanzetta, Alfredo Marrandino, Giuseppe Nespoli, Alessandra Pellegrino e Attilio Pianese) di promuovere nuove e continuative astensioni fino a quando non si otterranno risposte concrete e verificabili sul campo da parte della politica. Durante l’astensione in più occasioni la Camera Penale ha interloquito con la Presidenza del Tribunale, la Dirigenza amministrativa e il locale rappresentante dell’ANM. Anche i magistrati hanno manifestato condivisione degli obiettivi della protesta, auspicando il miglioramento complessivo delle condizioni di lavoro nei loro rispettivi uffici.
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