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Napoli: Basso allestito come base logistica per vendere euro falsi, organizzato come un negozio con orari di apertura e chiusura

Flussi di denaro anche verso Spagna, Francia e Grecia. Carabinieri eseguono misura cautelare per oltre 60 persone. Sull'associazione l'ombra del clan "Mazzarella"


(08/04/2024)

 
Oggi, a conclusione di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia –, i militari del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, supportati da quelli dei Comandi Provinciali di Napoli, Milano, Salerno e Agrigento, del 10° Reggimento Campania, del 7° Nucleo Elicotteri di Pontecagnano (SA) e, per l’estensione internazionale, da Europol, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Napoli nei confronti di n. 63 soggetti, tutti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla vendita di valuta in Euro contraffatta anche all’estero, di concerto con chi ebbe a produrla, aggravata dall’aver agevolato l’attività del clan camorristico “Mazzarella”, egemone nell’area urbana partenopea del Mercato Pendino; di concorso nella vendita della citata valuta contraffatta ed, in due episodi, di tentata estorsione. Nel medesimo contesto, in Francia, personale del locale Office Central pour la Repression du Faux Monnayage ha eseguito un mandato di arresto europeo nei confronti di un italiano destinatario della misura restrittiva nel frattempo localizzato in quel Paese.

L’ordinanza in argomento applica per 48 persone la misura cautelare della custodia in carcere, per 14 persone la misura cautelare degli arresti domiciliari e per 1 persona la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Napoli.

Il provvedimento cautelare consegue ad attività investigativa svolta in evoluzione di una precedente indagine, condotta dalla medesima unità specializzata dell’Arma dei Carabinieri, per il cui procedimento, definito con richiesta di giudizio immediato, in data 7.11.2023, il Gup ha già emesso le prime sentenze di condanna a carico di buona parte dei soggetti imputati.

Le indagini hanno consentito di raccogliere determinanti fonti di prova circa l’esistenza e l’operatività, in Napoli, nel quartiere Mercato/Pendino, di un gruppo criminale che, all’interno di un basso terraneo, aveva allestito non solo la propria base logistica, ma anche una vera e propria rivendita di valuta in Euro contraffatta, il cui volume d’affari è apparso sin da subito di ingenti dimensioni. Le attività investigative, condotte in un’area corrispondente ad una delle più importanti roccaforti del clan camorristico “Mazzarella”, hanno reso necessario l’allestimento di un impianto di indagine fondato essenzialmente su servizi di osservazione, controllo e pedinamento, nonché di intercettazioni telefoniche ed ambientali condotte diuturnamente per l’intero periodo di tempo oggetto delle indagini.

L’unicità e l’assoluta rilevanza della manovra investigativa è da rinvenire nell’emersione del profilo agevolativo dell’attività del clan “Mazzarella”. Infatti, la zona in cui la delineata associazione per delinquere ha operato, denominata comunemente ‘n ’gopp’ ‘e mur’, è notoriamente sottoposta all’egemonia criminale del citato clan camorristico, al quale venivano corrisposte costantemente ed in forma libera somme di danaro costituenti parte dei proventi delittuosi così da agevolarne le attività ed accrescerne il potere criminale. Inoltre, il compendio probatorio ha goduto di un valore aggiunto costituito dalle acquisizioni dichiarative di un collaboratore di giustizia che, già molti anni prima dei fatti in argomento, aveva fatto riferimento a tale consorteria dedita alla vendita di “soldi falsi”.

Lo scenario investigativo è stato anche arricchito da ulteriori riscontri oggettivi raccolti grazie ad importanti operazioni di sequestro di valuta in euro contraffatta, per un valore nominale complessivamente stimato in oltre 200.000,00 euro, nonché da 7 arresti di acquirenti dal sodalizio, operati in flagranza di reato, 3 dei quali cittadini francesi in procinto di rientrare in Patria, a conferma dell’attivazione di flussi distributivi verso l’estero. L’attività investigativa ha anche permesso di individuare e localizzare le basi logistiche a disposizione del gruppo criminale, tutte nel quartiere Mercato/Pendino: nonché di qualificare i compiti assegnati a ciascun appartenente al sodalizio quali, ad esempio, “capo/promotore”, “organizzatori”, “custodi”, “corrieri” e “vedette” e finanche “addetto alle pulizie del basso terraneo”.

La caratteristica peculiare che rende del tutto identiche le rivendite localizzate a febbraio 2023 nel quartiere Vasto e nell’attualità nel quartiere Mercato/Pendino è la gestione delle stesse come se si trattasse di negozi, finanche con orari di apertura e chiusura al pubblico. La rivendita del Mercato/Pendino era infatti aperta, nei giorni feriali, dalle 09,00 alle 17,00, mentre di domenica dalle 09,00 alle 13,00; nella stessa era possibile acquistare banconote da 100,00 euro, definite in gergo dai sodali “del vecchio tipo” e “del nuovo tipo”, ovvero appartenenti alla serie “epoche e stile” e “Europa”; banconote da 50,00 euro, definite in gergo, rispetto alla qualità della loro fattura, “B/B”, “Maradona” e “Pelé” (in ordine decrescente rispetto alla citata qualità) e banconote da 20,00 euro di un’unica tipologia di contraffazione.


Le indagini, nella loro complessità, hanno anche permesso di definire la capacità degli associati di esportare la valuta in euro contraffatta all’estero. infatti, non solo vi è stato l’arresto di 3 cittadini francesi subito dopo aver acquistato il danaro contraffatto, ma si è documentato, mediante intercettazioni di comunicazioni intercorse tra gli associati, che la valuta era stata venduta in Francia, Spagna e Grecia. Inoltre, risulta significativo evidenziare che le classi di contraffazione, assegnate dalla Banca Centrale Europea alle banconote contraffatte vendute dalla rivendita del Mercato/Pendino, circolano in tutta Europa.

Al termine delle attività, è stato valutato in 6 milioni di euro l’ammontare complessivo del business illecito, nel periodo oggetto d’indagine.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, come tali, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
 






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