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Estradato dal Montenegro Massimo Riella, ricercato per furto e rapina


(17/12/2022)

Massimo Riella è stato estradato ieri  in Italia. L’operazione è stata condotta da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (S.C.I.P.), articolazione operativa della Direzione Centrale della Polizia Criminale, all’esito di una procedura di estradizione con il Montenegro. Il volo con il quale l’ex latitante è rientrato in Italia, partito dall’aeroporto di Tirana, è atterrato intorno alle 18 all’aeroporto romano Leonardo Da Vinci.
 
Riella, cittadino italiano, è stato arrestato il 12 luglio 2022 a Podgorica (Montenegro) – in seguito ad indagine svolta dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria in collaborazione con i Carabinieri di Menaggio – ove si era rifugiato nel tentativo di sfuggire ai provvedimenti giudiziari emessi nei suoi confronti dalla Procura Generale della Repubblica presso la corte d’Appello di Milano e dal Tribunale di Como per furto e per rapina aggravati.
 
Nel dettaglio, si tratta di:
 
  RIELLA Massimo, nato a Chiavenna (SO) il 28.11.1973, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere n. 5477/21 R.G.N.R. – 3964/21 R.G. G.I.P. emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Como in data 29.11.2021 per rapina aggravata in concorso – in carico alla Casa Circondariale di Como a seguito di evasione e da un  provvedimento esecuzione per la carcerazione n. 1496/2021 SIEP emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Milano in data 27.05.2022, ai fini dell’espiazione di una pena residua di anni 1 e mesi 6 di reclusione per furto aggravato – in carico alla Questura di Como – Divisione Anticrimine.
 
La storia criminale di RIELLA inizia anni fa, con piccoli furti culminati, nel 2021, con l’arresto per il possesso di un fucile con matricola abrasa; una volta arrestato e posto agli arresti domiciliari, era evaso e aveva rapinato una coppia di anziani, minacciandoli con un coltello: ha sempre negato di essere il responsabile, ma gli inquirenti delegati alle indagini avevano trovato il suo DNA nell’abitazione delle vittime. Sfuggito per settimane all’arresto, rifugiandosi nei boschi attorno al lago di Como, era stato infine portato nel carcere comasco del Bassone.
 
Il 12 marzo scorso aveva ottenuto un permesso dal carcere per andare a visitare la tomba di sua madre, ma era riuscito a sfuggire agli agenti della scorta che gli era stata posta accanto, aggredendoli e poi dileguandosi. RIELLA si era rifugiato, secondo gli inquirenti, nei boschi attorno al lago di Como, zone che evidentemente conosceva bene perché non gli erano nuove per simili imprese, probabilmente aiutato da qualche amico del posto, ma le pressanti ricerche degli inquirenti non avevano condotto a nulla: da qui il sospetto che RIELLA potesse essersi recato all’estero.
 Le ricerche, diffuse ovunque attraverso la rete Interpol e tramite un mandato di arresto europeo, si sono spostate al di fuori dell’Italia: finalmente, ai primi di luglio 2022, la Polizia Penitenziaria di Milano delegata alle indagini, grazie a intercettazioni telefoniche e al supporto della autorità montenegrine, ha identificato con precisione il rifugio di RIELLA: un appartamento alla periferia della capitale montenegrina, Podgorica, dove il ricercato è stato arrestato nella mattinata del 12 luglio e lì incarcerato, in attesa di estradizione.
   Pochi giorni fa il soggetto è stato consegnato alle autorità albanesi, d’accordo con quelle italiana, per far giungere nel nostro paese nella maniera più rapida possibile l’arrestato attraverso l’aeroporto di Tirana, accompagnato da una scorta rafforzata di agenti dello S.C.I.P., in ragione della pericolosità e dei precedenti di fuga di cui il RIELLA si è reso responsabile.
 La rapida localizzazione è stata possibile grazie alla sinergica collaborazione tra il dipendente Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, organismo interforze che funge da unico punto di contatto italiano per la cooperazione internazionale di Polizia, il collaterale montenegrino e l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza presso l’Ambasciata Italiana di Podgorica.
 
L’operazione di oggi sottolinea ancora una volta l’efficacia della collaborazione tra gli uffici investigativi territoriali e lo SCIP, che garantisce un costante interscambio info-operativo globale e può contare su una rete di Esperti per la Sicurezza dislocata in oltre sessanta Paesi del mondo.






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