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Benevento - "Nessuno ha dimenticato o trattato con leggerezza la morte Ernest il nigeriano" - La puntualizzazione del magistrato

(17/11/2023)

In riferimento all’articolo di stampa apparso nella mattinata del 15 novembre su un giornale locale on-line, pagine di Avellino, dal titolo “Salma dimenticata in obitorio a Ariano: scatta la gara di solidarietà…..Una triste storia di solitudine e abbondono” con un testo che così iniziava: “Ariano Irpino. Resta ancora dimenticata in una cella frigorifero dell'ospedale Sant'Ottone Frangipane di Ariano Irpino, la salma di Ernest, il 30enne nigeriano ritrovato cadavere all'interno di una galleria a Pianerottolo, lungo la tratta ferroviaria Benevento-Foggia”, mi corre l’obbligo, a tutela della dignità professionale di tutto l’ufficio e di ciascun magistrato dello stesso, precisare quanto segue: Il cadavere del povero Ernest veniva rinvenuto l’11 novembre 2023, nella stessa giornata, svolti i primi accertamenti, il pubblico ministero di turno esterno disponeva il trasferimento presso l’obitorio dell’Ospedale di Ariano Irpino, per le successive attività medico legali, e contestualmente attivava le ricerche dei familiari, al fine di comunicare l’accaduto ed eventualmente avvisarli dell’autopsia qualora il medico legale la avesse ritenuta necessaria. Lunedì 13 novembre il PM dava incarico al medico legale per le valutazioni in ordine alla verifica della necessità di solo visita esterna o anche autopsia. Il 15 novembre il medico legale procedeva a visita esterna ed escludeva la necessità dell’autopsia, in pari data il PM dava nulla osta al seppellimento e liberava la salma. Tra il rinvenimento del cadavere e il nulla osta al seppellimento trascorrevano quattro giorni. Questi i fatti. Allo scrivente non sembra che il suo ufficio abbia dimenticato il povero Ernest presso l’obitorio né rientra nel costume di questo ufficio trattare con leggerezza “le storie di abbandono e solitudine” di cui parla l’articolo, prova ne sono tutti i casi di morte sul nostro territorio di cittadini stranieri per cui massimo è stato l’impegno per la identificazione e la ricerca dei familiari anche tramite le ambasciate per dare un nome e una dignitosa sepoltura agli stessi.






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