(21/09/2023)

Gli attivisti, barricati nel rifugio da venerdì scorso, si
sono opposti con tutte le loro forze al tentativo di
sgombero per impedire l'uccisione dei suini ospiti del
santuario.Poi sono stati portati via di peso dalle forze
dell'ordine, molti sono stati picchiati con tirapugni e
manganelli, alcuni fatti salire sulle camionette della
celere e portati via senza rispettare i protocolli di
sicurezza e sanificazione.
Dopo 14 giorni di presidio permanente, coordinato
dalla Rete dei santuari di animali liberi, che aveva
visto la partecipazione di centinaia di attivisti
provenienti da tutta Italia, i maiali sopravvissuti sono
stati uccisi dai veterinari dell'Ats
Questa mattina all'alba il Santuario Cuori Liberi di Sairano (Pv)
è stato accerchiato da una decina di camionette della celere e
decine di agenti della Polizia si sono presentati alle porte del
rifugio, facendo irruzione nella struttura per abbattere tutti i
maiali presenti, una decina, che fossero affetti da peste suina
africana o ancora sani. Gli attivisti, barricati nel rifugio ormai
da venerdì scorso, si sono opposti per impedire l'uccisione dei
suini ospiti del rifugio che, ricordiamo, sono animali da
compagnia, salvati dai mattatoi e sottratti definitivamente alla
produzione alimentare.
Gli attivisti si sono frapposti fisicamente,
e in modo non violento, tra le forze dell'ordine e l'area dove
erano tenuti i maiali, incatenandosi ai cancelli e resistendo ai
tentativi di sgombero prima che il cancello del rifugio fosse
sfondato dalla polizia. Poi sono stati trascinati via a forza fuori
dalla struttura dove altre decine di attivisti filmavano gli
avvenimenti. Molti attivisti e attiviste sono stati picchiati, presi a
calci e pugni e manganellati, alcuni fatti salire sulle camionette
della celere e portati via senza rispettare i protocolli di sicurezza
e sanificazione e per uno di loro colto da malore non è stato
chiesto soccorso dalle forze dell'ordine. Subito dopo alcuni
veterinari incaricati dell'Azienda sanitaria locale, scortati dalla
polizia, sono entrati per uccidere i maiali. A quel punto gli
attivisti si sono frapposti fisicamente con i loro corpi cercando di
fare scudo ultimo agli animali. I Vigili del fuoco hanno segato il
recinto metallico per permettere l'esecuzione. Il portavoce e
volontario del rifugio, Roberto Manelli, gli attivisti che stavano
filmando i fatti e quelli che facevano resistenza all'interno del
rifugio sono stati portati via con la forza.
Dopo 14 giorni di presidio permanente, coordinato dalla Rete
dei santuari di animali liberi, che aveva visto la partecipazione
di centinaia di attivisti provenienti da tutta Italia, i maiali
sopravvissuti sono stati uccisi.
"Avevamo dichiarato che avremmo fatto tutto il possibile per
impedire questo inutile massacro, abbiamo resistito il più
possibile anche se sapevamo di essere in minoranza", ha
dichiarato uno degli attivisti accorsi al rifugio questa mattina.
"Già da ieri i controlli delle volanti e dei droni della polizia si
erano intensificati lasciandoci supporre uno sgombero
imminente. Ci siamo quindi organizzati richiamando quanta
più gente possibile sia come testimoni, sia per cercare di
impedire ai veterinari di entrare. Lo consideriamo un nostro
preciso dovere e un atto dovuto verso degli animali che sono
stati sottratti allo sfruttamento per vivere liberi e in salute e
perché non possiamo permettere che questo avvenga un domani
in altri rifugi, il cui status protegge e tutela gli animali ospiti.
Purtroppo non sempre ciò che è considerato legale e ciò che è
giusto coincidono. La storia ce lo insegna con tante altre lotte
che in passato erano considerate fuorilegge, e per questo punite,
e che oggi sono ritenute sacrosante e normali, come le lotte dei
popoli afroamericani o per i diritti delle donne. Un giorno
anche la nostra lotta sarà ritenuta normale e giusta".
“Per questo, nonostante oggi siamo stati sconfitti, continueremo
a lottare per difendere i rifugi e l'idea che essi rappresentano:
un'alternativa di convivenza rispetto a un sistema che uccide per
profitto.
La proposta di una società dove umani e non umani
possano coesistere senza una graduatoria di valore e senza
sfruttamento. Dove tutti gli animali possano vivere pienamente
la loro esistenza come soggetti e non come risorse da sfruttare e
sacrificare (letteralmente macellare) sull'altare degli interessi
economici. Una società in cui riscoprirci parte della vita e non
suoi dominatori”.