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SCUOLA – Precariato, parte la carica degli 85mila supplenti04/09/2017 - Sempre più chiamati da graduatorie d’Istituto: bisogna assumerli da lì, senza attendere il lungo iter del nuovo concorso
Considerando che le graduatorie ad esaurimento di III fascia da GaE per molte classi di concorso della scuola secondaria sono ormai agli sgoccioli, il grosso della gestione delle supplenze passerà direttamente alle scuole tramite le graduatorie di istituto. Molte le mancanze di organico soprattutto nel Nord. Basti pensare alla mancanza di 1.400 docenti di sostegno nella sola Milano o la carenza diffusa in tutto il Nord di docenti di matematica. Poiché in diversi casi si è ancora in attesa degli esiti definitivi delle domande di utilizzazione ed assegnazione provvisoria, anche quest’anno molte supplenze annuali si concretizzeranno ad anno scolastico avviato. E siccome un alto numero dovrà essere effettuato sulla base delle graduatorie d’istituto, in via di rifacimento, i dirigenti saranno anche, in un alto numero di casi, costretti in autunno inoltrato a riconvocare e rinominare il docente, proprio sulla base dei nuovi posizionamenti in graduatoria.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Se il Miur ci avesse dato ragione inserendo gli abilitati di seconda fascia nelle GaE, anziché introdurre una lunga e inutile fase transitoria, peraltro solo dopo le nostre proteste ad oltranza, ora non ci ritroveremmo in questo stato di cose. La verità è che per le immissioni in ruolo è giunto il momento di aprire il doppio canale di assunzioni, coinvolgendo anche le graduatorie d’istituto in tutti quei casi in cui le GaE sono esaurite. È inutile attendere i lunghi tempi della nuova fase concorsuale, che prenderà il via, se va bene, solo nel 2018, che dopo la selezione prevede anni di formazione e affiancamento ai docenti di ruolo con paga pure ridotta. Forse lo Stato non si è ancora reso conto che andando avanti di questo passo, ignorando i diritti degli abilitati di seconda fascia d’istituto, andrà a sbattere contro un muro. Perché le crescenti condanne per le mancate stabilizzazioni si ripercuoteranno sulle tasche dei contribuenti.
Il giovane sindacato, dopo la discussione dellapetizione presso il Parlamento Europeoe la presentazione del reclamo al consiglio d’Europa, un mese fa ha deciso di rivolgersi anche alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’Uomo, per consentire la stabilizzazione di tutto il personale docente e Ata scolastico con più di 36 mesi di servizio svolto. Nel frattempo, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha espresso forti perplessità sul limite dei 12 mesi di risarcimento sanciti dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 27384/2016) per indennizzare i precari della Pubblica Amministrazione che non vengono assorbiti nei ruoli dello Stato. Il concetto di risarcimento, comunque, la dice lunga sulla posizione negativa in cui versa lo Stato italiano.
Chi volesse presentare ricorso con Anief, per ottenere anche la stabilizzazione e i risarcimenti danni, può ancora decidere di ricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità e risarcimenti.
Cresce il numero di docenti precari con supplenza annuale, individuati da graduatorie d’Istituto e non da GaE. Gli Ambiti territoriali stanno individuando i precari rimasti nelle Graduatorie ad Esaurimento per assegnare loro le 85mila cattedre scoperte, ma – scrive oggi Orizzonte Scuola - “considerando che le graduatorie ad esaurimento di III fascia per molte classi di concorso della scuola secondaria sono ormai agli sgoccioli (si parla di circa 8mila presenze), il grosso della gestione delle supplenze passerà direttamente alle scuole tramite le graduatorie di istituto. Molte le mancanze di organico soprattutto nel Nord. Basti pensare alla mancanza di 1.400 docenti di sostegno nella sola Milano o la carenza diffusa in tutto il Nord di docenti di matematica. E sono soprattutto le graduatorie di queste aree, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, ad avere il maggior numero di iscritti. Nella sola Bologna le domande sono state più di 10mila”.
“In molte città sono già state pubblicate le graduatorie provvisorie, spetterà adesso ai docenti controllare che i punteggi siano corretti e presentare reclamo entro 10 giorni. Una corsa contro il tempo per permettere ai docenti di essere tutti in cattedra per l’avvio delle lezioni, come promesso dal Ministro Fedeli”. Considerando, tuttavia, che in diversi casi si è ancora in attesa degli esiti definitivi delle domande di utilizzazione ed assegnazione provvisoria, anche quest’anno molte supplenze annuali si concretizzeranno ad anno scolastico avviato. E siccome un alto numero dovrà essere effettuato sulla base delle graduatorie d’istituto, in via di rifacimento, i dirigenti saranno anche in un alto numero di casi costretti in autunno inoltrato a riconvocare e rinomare il docente, proprio sulla base dei nuovi posizionamenti in graduatoria.
“Se il Miur ci avesse dato ragione, inserendo gli abilitati di seconda fascia nelle GaE, anziché introdurre una lunga e inutile fase transitoria, peraltro solo dopo le nostre proteste ad oltranza, ora non ci ritroveremmo in questo stato di cose”, commenta con amarezza Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. “La verità è che per le immissioni in ruolo è giunto il momento di aprire il doppio canale di assunzioni, coinvolgendo anche le graduatorie d’istituto in tutti quei casi in cui le GaE sono esaurite. È inutile attendere i lunghi tempi della nuova fase concorsuale, che prenderà il via, se va bene, solo nel 2018, che dopo la selezione prevede anni di formazione e affiancamento ai docenti di ruolo con paga pure ridotta”.
“Forse lo Stato – continua Pacifico - non si è ancora reso conto che andando avanti di questo passo, ignorando i diritti degli abilitati di seconda fascia d’istituto, andrà a sbattere contro un muro. Perché le crescenti condanne per le mancate stabilizzazioni si ripercuoteranno sulle tasche dei contribuenti. Viene da chiedersi, quindi, a cosa serva procrastinare le immissioni in ruolo, quando vi sono più di 100mila docenti abilitati in queste condizioni e quindi da assumere subito all’occorrenza, visto che le cattedre vuote per accoglierle ci sono. Ancora di più perché sono già stati tutti selezionati e formati dallo Stato, in Università statali”.
“Aver perso tre le 15mila e le 20mila immissioni in ruolo – dice il sindcalista Anief-Cisal – e l’ennesima partenza a singhiozzo dell’anno scolastico, rappresentano dei campanelli d’allarme importanti. Ma evidentemente non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare. Addirittura, per complicare le cose si è portato a cinque anni il lasso di tempo per aggiornare le GaE: un tempo lunghissimo, se solo si pensa che erano nate per essere aggiornate ogni 12 mesi. Persino la Cassazione si è espressa sulla parità di trattamento dei precari rispetto al personale di ruolo, ribadendo il concetto in chiave stipendiale. Vista la situazione – conclude Pacifico – la stagione dei risarcimenti è solo all’inizio”.
Il giovane sindacato, dopo la discussione della petizione presso il Parlamento Europeo e la presentazione del reclamo al consiglio d’Europa, un mese fa ha deciso di rivolgersi anche alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’Uomo, per consentire la stabilizzazione di tutto il personale docente e Ata scolastico con più di 36 mesi di servizio svolto. Nel frattempo, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha espresso forti perplessità sul limite dei 12 mesi di risarcimento sanciti dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 27384/2016) per indennizzare i precari della Pubblica Amministrazione che non vengono assorbiti nei ruoli dello Stato. Il concetto di risarcimento, comunque, la dice lunga sulla posizione negativa in cui versa lo Stato italiano.
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