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Discount Dico Tuodì, ferragosto amaro. Senza stipendio ai 4000 addetti in tutt'Italia20/08/2017 - BOZZA (FILCAMS CIGL): IL 19 SETTEMBRE AL MISE ULTIMA CHIAMATA, ABBIAMO ANCORA UN FUTURO? NAPOLI (14 AGOSTO 2017). Stipendi di luglio dimezzati, quattordicesima congelata, assegni familiari decurtati, rimborsi 730 non versati, ferie e permessi sospesi contro ogni normativa. Sono le spiacevoli novità di Ferragosto per circa 4000 addetti della catena di grande distribuzione Dico Tuodì di proprietà della famiglia Faranda. A denunciarlo è la RSA. "Ormai lavoriamo per un'azienda per la quale la dignità dei lavoratori non ha alcun valore - dichiara Davide Bozza (Filcams Cgil) - Da 4 anni viviamo una situazione di assoluta precarietà, senza che ci sia stato presentato un piano industriale realistico per invertire la rotta. L'impressione è che l'azienda ci stia portando allo sfinimento per accettare il fallimento del gruppo come un fatto ineluttabile. Del resto, è già arrivata a lasciare gli scaffali vuoti per i nostri clienti, calpestando la nostra professionalità. E' una situazione per noi non più sostenibile, tanto più che, ad oggi, non ci è stato chiarito come sia stato possibile accumulare 350 milioni di debito pur avendo avuto la possibilità di ripartire con basi solide grazie ai capitali scaturiti dall'accordo con Coop del marzo 2013. Persino al tavolo istituzionale del Mise, l'azienda non ha fatto chiarezza sui circa 100 milioni di plusvalenza derivati in quell'occasione che si sarebbero dovuti reinvestire nella nostra azienda. Dove sono finiti? Dal 2013, sono state avviate solo procedure di esuberi e di cassa integrazione che hanno già lasciato a casa 1 lavoratore su 4, con il taglio di 5 centri di distribuzione, tra cui quello di Napoli, 2 sedi amministrative e circa 100 punti vendita. Uno scenario drammatico, peggiorato dal blitz dell'11 luglio scorso, quando in 48 ore, in seguito del concordato fallimentare, l'azienda ha chiuso, anche se dice temporaneamente, altri 123 punti vendita, lasciando a casa altri 650 lavoratori (in Campania 8 filiali, Napoli, Castellammare, Pompei, Gragnano,Torre del Greco, Ottaviano, Pomigliano, Cava dei Tirreni, in totale 70 lavoratori). Il 3 agosto l'azienda ha fatto richiesta di Cigs per i 2000 addetti diretti rimasti. Ma, intanto, abbiamo dovuto subire i tagli indiscriminati agli stipendi e il diniego di ogni nostro diritto. Come sindacato - conclude Bozza - ora, aspettiamo solo, oltre che la convocazione al tavolo tecnico per la cassa integrazione, l'arrivo del 19 settembre, quando l'azienda si è impegnata ancora una volta a portare al tavolo del Mise il piano di rilancio. Se davvero esiste, deve essere portato alla luce: per quanto ci riguarda, sarà l'ultima occasione per verificare l'attendibilità dell'azienda a proseguire l'attività. Non permetteremo a nessuno di giocare con le nostre vite". |
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